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23 Dicembre 2024

Tinos, isola greca dal popolo fiero e indomito


(Tonia Llantes) Tinos 26 giugno 2018. Tinos, l’isola di Eolo, così denominata a causa dei forti venti provenienti dal nord, l’unica isola delle Cicladi ad aver eretto un tempio al dio dei greci Poseidone, dai Romani chiamato Nettuno, il dio del mare. Tutta la sua storia si è sviluppata attraverso dominazioni straniere: Impero Romano, Repubblica di Venezia, Impero Turco. Persino il famigerato pirata Barbarossa, nel 1538, la saccheggio’ e fece della popolazione attiva degli schiavi da vendere nei floridi mercati di merce umana.
La gente di Tinos, però, più che in altre isole dell’arcipelago, ha dimostrato una forza di ribellione agli invasori guadagnandosi il rispetto dei propri connazionali. Il 30 gennaio 1823, con la scoperta dell’icona della Vergine Maria al centro di Chora, sul cui luogo è stato edificato un Santuario a lei dedicato, la nuova nazione greca, nata dalla furiosa insurrezione contro i turchi scoppiata nel 1821, proprio a Tinos, ha concesso a quest’isola il ruolo di simbolo della Patria e della Fede Ortodossa.
Un popolo indomito, vulcanico, come la sua isola, il quale, nonostante le invasioni, i saccheggi pirateschi, fino alla partecipazione attiva alla lotta contro i nazifascisti, si è mantenuto unito conservando tenacemente nei secoli la propria identità che ha unito la tradizione, la propria cultura con la fede.
Più di 700 chiese e cappelle votive, delle quali 220 sono di culto cattolico, sono disseminate sul territorio, di un bianco candido quasi abbagliante, con le cupole e finestre di un azzurro così intenso da renderle inconfondibili in questo paesaggio per lo più brullo, grazie al forte vento e alla scarsità di pioggia, disseminato da terrazzamenti delimitati dai caratteristici confini sassosi che testimoniano un’agricoltura fatta di sudore, ma curata. Ormai, purtroppo, solo un ricordo.
Tinos, infatti, nei tempi antichi, era chiamata Hydrossa (hydor=acqua) per le fontane e le abbondanti acque correnti.
Il turismo non risente di questa situazione, anzi. Le case vacanza e gli hotel sono posizionati con una vista su un mare di un blu così intenso da mozzare il fiato. Un mare limpido, “clear” come dice Marika, una tiniese discendente degli antichi veneziani occupanti, e Venezia, per il momento, e l’unica città italiana che è riuscita a visitare, ma presto vorrà tornare in Italia per conoscere le città d’arte in primis Firenze poi Roma ecc.
Un entusiasmo, una curiosità al nuovo, il suo, che testimonia un approccio vitale alle diverse culture, che la rendono aperta e naturalmente attenta a soddisfare al meglio le esigenze degli ospiti. In altre parole, l’accoglienza qui non è un’astrazione, ma una spontanea realtà che non tralascia la conoscenza delle lingue; qui parlano bene l’inglese, un po’ di francese, e ora Marika anche un po’ di italiano.