Yahoo accusata di discriminare gli uomini
9 Ottobre 2016
Roma – Non c’è pace per Yahoo. Dopo l’accusa mossa al gruppo di aver spiato le e-mail dei suoi iscritti, al centro di attacchi hacker e alle prese con una crisi anche economica senza precedenti, l’azienda della Silicon Valley, che è stata una dei gruppi pionieri di internet, è adesso accusata di discriminazione. L’ex dirigente Scott Ard, secondo quanto riporta La Stampa, ha presentato una causa in California accusando la top manager del gruppo, Marissa Mayer, di aver adottato un sistema di valutazione dei dipendenti costruito ad arte per mettere in difficoltà gli uomini, favorendone il licenziamento. Il tutto per facilitare le donne. Quella di Ard, arrivato a Yahoo nel 2011, è la seconda causa in pochi mesi avanzata contro l’azienda per lo stesso motivo. In precedenza, però, a far causa a Yahoo era stato un dipendente con mansioni intermedie, mentre questa volta a muovere l’accusa di discriminazione di genere è un manager che ha avuto funzioni direttive e di alto coordinamento. L’ex dirigente, nello specifico, ha raccontato di aver sempre ricevuto valutazioni positive, che si sono trasformate in negative con l’introduzione del Qpr (quarterly performance review, ndr), il sistema voluto dalla Mayer, che adesso al centro della valutazione dei giudici californiani, i cui risultati sarebbero “facilmente manipolabili” e comunque palesemente favorevoli al genere femminile. Non a caso, secondo Ard, dal 2012 in poi più di cinquanta uomini sarebbero stati “allontanati” da Yahoo, molti dei quali dopo aver avuto basse valutazioni al Qpr. Nella causa è stata tirata in ballo anche un’altra dirigente di del gruppo, Kathy Savitt, che avrebbe “assunto e promosso le donne solo perché donne”. E questo, secondo quanto si apprende, soprattutto per svolgere funzioni dirigenziali. Tanto che, secondo quanto denunciato da Ard, quattordici dirigenti editoriali su sedici, attualmente, sono di genere femminile. Yahoo attende ora il responso dei giudici del lavoro californiani. La Mayer, in ogni caso, è al centro delle critiche anche per non essere riuscita a rilanciare le sorti del gruppo fornitore di servizi internet.
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