Settantacinque anni fa la liberazione di Livorno
19 Luglio 2019
(Marco Ceccarini) Livorno, 19 luglio 2019 – Era un mercoledì, quel 19 luglio 1944, calda giornata di un’estate incredibile. I partigiani della Terza brigata Garibaldi comandata da Dino Frangioni ed i soldati della Quinta armata al comando del generale Mark Clark entrarono a Livorno, da via di Salviano, trovando una città vuota e resa spettrale dalle distruzioni provocate dai bombardamenti degli angolamericani e dalle mine fatte esplodere dai tedeschi in ritirata. Qualche giorno dopo i partiti del Cln incaricarono il giovane Furio Diaz, esponente del Pci, di formare la prima giunta comunale di Livorno nell’Italia liberata.
Quel giorno di 75 anni fa, che sancisce la liberazione di Livorno, è stato ricordato oggi, venerdì 19 luglio, dal sindaco Luca Salvetti a Palazzo Civico alla presenza delle autorità civili e militari insieme alle delegazioni della comunità ebraica e di varie associazioni di volontariato, in particolare quelle ispirate alla Resistenza e al movimento antifascista come, ad esempio, l’Anpi e l’Anpiaa.
“E’ nostro dovere ricordare chi ha combattuto per rendere libera la nostra città”, ha detto Salvetti. “La Resistenza è una lezione di libertà e, seppur vivendo in un periodo di pace e in un Paese democratico, non dobbiamo dimenticare l’incubo ed il terrore in cui la popolazione livornese è stata costretta a vivere negli anni della guerra”.
All’evocazione del ricordo Salvetti ha aggiunto il richiamo all’attualità: “Le nostre coscienze potrebbero essere nuovamente offuscate, soprattutto in questo momento storico in cui l’Italia e l’Europa vedono diffondersi idee populiste e sentimenti razzisti e xenofobi, un momento in cui il nazismo e il fascismo vengono considerati una piccola parentesi della nostra storia. Ma non è una piccola parentesi, è molto ampia”.
Non è mancato il riferimento alle particolarità di Livorno che scaturiscono dalla sua stessa storia. Ha concluso Salvetti: “E’ una città aperta e solidale, lo dimostrano le leggi Livornine che concedevano a tutti gli stranieri la possibilità di vivere con tranquillità e prosperità. La costituzione Livornina permetteva agli ebrei, altrove perseguitati, di praticare liberamente il loro culto e l’autonomia giudiziaria nella comunità. E soprattutto Livorno è antifascista. La città deve essere unita dagli ideali che l’hanno da sempre ispirata, tra cui l’accoglienza e l’integrazione”.
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