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Coronavirus, il Pci livornese: “L’emergenza mette a nudo le ingiustizie del sistema capitalistico”
28 Marzo 2020
Livorno, 28 marzo 2020 – “Sono giorni difficili quelli che il nostro Paese e il mondo stanno affrontando, rispetto all’emergenza di questa pandemia creatasi a causa del virus chiamato Covid-19. Tale pandemia comunque si risolverà, sarà destinata a cambiare i nostri modi di vivere. E’ encomiabile l’impegno che il personale sanitario sta mettendo, anche a costo della vita, pur di reggere l’urto che tale pandemia ha provocato al sistema sanitario pubblico, tanto che a questo punto può considerarsi una missione. Non sappiamo quanto tempo durerà ancora, ma una cosa è certa: questa infezione ha messo a nudo le contraddizioni del sistema liberista globalizzato che davanti a questa crisi è risultato inadeguato e non funzionale ad affrontare il problema. E’ bastato un evento di questa portata, che il nostro sistema sanitario nazionale pubblico da sempre detto all’avanguardia, ma tagliato negli ultimi anni oltre misura dalla spendig-review e sacrificato ai criteri d’ azienda e del profitto solo per favorirne la graduale privatizzazione, abbia mostrato tutte le sue difficoltà di tenuta unite alla carenza di strumenti e strutture per affrontare questa fase di criticità. Criticità latenti da anni, che si erano palesate nelle difficoltà delle liste di attesa, chirurgiche e specialistiche, dovute alla mancanza di personale medico sanitario e alla carenza di posti letto, diminuiti inesorabilmente negli anni come i dati più volte pubblicati dimostrano, figlie di un modello sanitario intensivo strettamente legato alla cultura liberale dominante in questi ultimi decenni”.
Inizia così un articolato comunicato stampa inviato dalla federazione livornese del Pci, in cui lo stesso partito, il rinato partito comunista italiano, evidenzia come la crisi sanitaria da coronavirus Covid-19, provocando anche una crisi economica e sociale, metta in risalto le contraddizioni e le ingiustizie dell’economia basata sul capitalismo finanziario.
Il Pci locale, nella nota, pone alcune domande: “Può un paese ‘avanzato’ come il nostro ritrovarsi in una condizione del genere quando contavamo il miglior personale sanitario specialistico, così come nel campo della ricerca? E’ tempo, già da subito, che una seria riflessione si faccia posto nella coscienza dei cittadini. E’ giusto mettere in gioco la nostra salute in nome del profitto? E come non capire, che gli aiuti e la solidarietà ci sono arrivati da quei paesi che da sempre certa stampa chiama paesi canaglia, stati terroristi, dittature sanguinarie solo perché non si vogliono sottomettere alle volontà imperialiste che da sempre gli Stati Uniti impongono al mondo esportando democrazia?”.
Ed a queste domande, volgendo lo sguardo a quanto sta accadendo in questi drammatici giorni nel mondo, il Pci livornese cerca di dare una risposta: “Cina, Russia, Cuba, Venezuela, Iran, Vietnam, paesi che stanno dando prova di cosa veramente vuol dire solidarietà tra popoli, con un’altra cultura rispetto a quella capitalista. E’ semplicemente un concetto di classe. Sono comunisti? Se ne facciano una ragione i paladini dell’occidente, dell’esportazione della democrazia fucili alla mano, delle bombe umanitarie, gli europeisti e tutti quelli che chiudono gli occhi per non vedere il vero volto di un Europa liberista, per niente solidale, puramente economica, e nemica dei popoli”. Ancora: “A tutto questo come non aggiungere gli episodi delle mascherine e aiuti cinesi sequestrate in Polonia e nella Repubblica Ceca (nuovi paesi Nato e governate dai cosiddetti sovranisti. ndr), il mezzo milione di tamponi spediti negli Stati Uniti dall’Italia e il rastrellamento mondiale di mascherine per imporre prezzi di mercato proibitivi. La deviazione che gli aerei russi hanno dovuto fare per portare gli aiuti in Italia, la famosa esercitazione Defence europ20 che doveva portare 20 mila soldati Stati Uniti in Europa, numero ridotto a 6 mila più i 13 mila già presenti sul nostro territorio, senza nessun controllo, il no della Germania agli Euro bond, la precisazione che il patto di stabilita è solamente sospesa e che dopo saranno lacrime e sangue per ripagare quello che spenderemo in salute, la dice lunga sulla natura di questa Europa”.
“Coincidenze?”, chiede ancora il Pci. “Può darsi, solo dentro di voi potete trovare le risposte”, continua la federazione livornese del partito. Che spiega: “Oggi più che mai siamo convinti che ci troviamo davanti ad un possibile mutamento della coscienza collettiva, e che è, e deve essere, compito dei comunisti e della comuniste fare in modo che esso si sedimenti e si solidifichi nella mente delle persone, perché si arrivi a far capire che è necessario il cambiamento di questo sistema di società che non è più in grado di risolvere nessuno dei problemi dell’umanità che gli vengono posti di fronte, e che vi è bisogno di costruire un nuovo modello culturale e di società basato sulle esigenze dell’uomo e di chi realmente produce e non di un entità astratta, di un dio, di un feticcio come il mercato al quale siamo tutti sottomessi, e dove sono rappresentate le esigenze dei pochi che vorrebbero imporre alla totalità della popolazione mondiale. E’ compito dei comunisti e delle comuniste oggi spiegare che c’è bisogno di incamminarsi verso un modello di società a misura d’uomo, che mette al centro lavoro, salute, studio, diritto all’abitare, vi è bisogno per dirla in parole povere di una società socialista, oppure diversamente andremo incontro ad una graduale barbarie fatta di caos, dove si accentuerà ancora di più il divario tra le multinazionali che diventeranno e forse già sono in buona parte padrone del mondo e le popolazioni che conteranno sempre meno”.
“Da questo punto di vista, bisogna stare attenti. I trattati sono sospesi, ma non cancellati, il lupo è ferito ma non è morto”, continua il Pci. “Gli ultimi provvedimenti che la Bce ha preso, elargendo 753 miliardi di euro un vero e proprio bazooka economico, per nostro conto, non sono altro che il disperato tentativo di mantenere a galla una barca che fa acqua da tutte le parti. I 550 miliardi che la Kfw, la banca statale tedesca stamperà, dopo che per venti anni, dove si è imposto una politica fatta di lacrime e sangue, dopo gli accordi di Maastricht, il fiscal compact e il pareggio di bilancio in costituzione, alzati come totem, senza mai poterli mettere in discussione, e che piuttosto si è privatizzato e impoverito riducendole sul lastrico intere nazioni, ci dicono che si è scherzato e che si può fare il bello e il cattivo tempo…loro!”.
“Quindi di quale Europa parliamo?”, chiosa con amarezza a federazione livornese del rinato partito comunista italiano: “L’Italia ha le carte in regola, per risalire la china, ma lo si può fare solo con uno scatto di coraggio, opponendosi alle condizioni della troika, perché ora serve una forte immissione di liquidità che non può essere soggetta al pagamento degli interessi e allo strozzinaggio della Bce”.
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