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22 Novembre 2024

Il vescovo Giusti osserva una delle statue restaurate (foto Rotary)

La Livorno barocca torna a vivere, grazie al Rotary restaurate le statue in marmo bianco del Baratta


(Redazione) Livorno, 21 aprile 2022 – Due statue in marmo di Carrara, entrambe realizzate dallo scultore carrarese Giovanni Baratta, ubicate nella chiesa di San Ferdinando nel rione della Venezia, sono state restaurate per iniziativa del Rotary Club Livorno e restituite alla città di Livorno quest’oggi, giovedì 21 aprile, nel corso di un’iniziativa svolta nella chiesa di San Ferdinando.

Alla presentazione del restauro hanno preso parte, tra gli altri, il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, l’assessore alla Cultura del Comune di Livorno, Simone Lenzi, il vicepresidente del Rotary Livorno, Fabio Matteucci, il ministro generale dei Trinitari, padre Luigi Buccarello, mentre un messaggio di plauso e soddisfazione per quanto compiuto ad opera del Rotary è giunto dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Il recupero delle statue marmoree è stato realizzato dalla restauratrice Valeria Pulvirenti.

“Il Rotary persegue da anni un disegno di sostegno dello sviluppo turistico ed economico della città, attraverso l’implementazione di progetti di rivalutazione delle sue opere artistiche e di abbellimento di alcuni dei suoi luoghi più caratteristici”, si legge in una nota stampa dello stesso club di service. Il quale, per condurre questa iniziativa di restauro, ha beneficiato di un importante finanziamento della Rotary Foundation. A fianco del Rotary Livorno, in questo progetto, vi sono stati la Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci e la Soprintendenza ai beni artistici e architettonici di Pisa.

Il progetto ha riguardato due statue marmoree di grande pregio: Sant’Enrico II di Germania e Sant’Edoardo Re, entrambe in marmo bianche di Carrara, situate nella chiesa di San Ferdinando della Crocetta, la chiesa dei padri Trinitari, che rappresenta uno dei più considerevoli esempi del cosiddetto barocco livornese, che a sua volta si configura come uno dei più rilevanti aspetti del barocco toscano.

La chiesa presenta un notevole carattere di multiculturalità, evidenziato anche dalle statue di Sant’Edoardo di Inghilterra, di Sant’Enrico di Germania, di San Casimiro di Polonia e di San Leopoldo d’Austria. Entrambe le statue restaurate, in marmo bianco di Carrara, sono opera del Baratta, scultore vissuto tra il Sei e il Settecento.

Queste le statue restaurate.

Sant’Edoardo Re è collocato su un piedistallo delimitato ai bordi anteriori da due volute coperte da un tralcio fiorito. Il sovrano, raffigurato in posizione eretta, ha calzari di foggia classica, veste un’armatura coperta da un manto fittamente drappeggiato, fermato sul fianco destro dal gesto della mano, mentre una corona di foglie gli incorona il capo. Ai piedi del re sono collocati una corona e un elmo.

Sant’Enrico II di Germania, è collocato invece su un piedistallo delimitato ai bordi anteriori da due volute coperte da un tralcio fiorito. Il sovrano, raffigurato in posizione eretta veste un’armatura coperta da un mantello definito da un’accurata scelta di particolari, la mano sinistra sorregge la corona.

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