La mostra del cinema di Venezia cala gli assi
6 Settembre 2017
(Donatella Nesti) Venezia, 6 settembre. Siamo agli ultimi giorni della Mostra del cinema ed ora comincia il toto-Leone e non solo perché le sezioni della Mostra sono molte e in tutte ci sono opere pregevoli meritevoli di premi con qualche inevitabile delusione. Alcuni giorni fa un’intervistatrice della Rai chiedeva agli accreditati di vari colori, rosso,blu,giallo,verde, a seconda del pass, cosa li spingesse a venire a Venezia. Domanda legittima perché non è facile stare al Lido durante tutta la manifestazione. I prezzi sono alti,le pellicole tante ed è impossibile vederle tutte, nei pochi bagni file infinite così come negli scarsi luoghi di ristorazione dove anche un panino o una bibita hanno prezzi alti. Resta la passione per il cinema, per lo spettacolo del red carpet, dei film in anteprima e tutti in lingua originale. Negli ultimi giorni si sono avvicendati film importanti come il giapponese “Il Terzo omicidio” (nella foto sopra le protagoniste) e l’americano “I tre manifesti a Ebbing” (nella foto a sinistra) anche se resiste nei gusti del pubblico il divertente innovativo e ricco di metafore “The shape of water.”
I Tre manifesti a Ebbing, Missouri, è una dark comedy diretta dal premio Oscar Martin McDonagh (In Bruges – La coscienza dell’assassino). Sono passati diversi mesi dall´omicidio di sua figlia e Mildred Hayes (attrice premio Oscar Frances McDormand), poiché ancora non è stato trovato il colpevole, decide di rompere il silenzio, comprando tre cartelloni stradali che generalmente indicano la direzione verso la propria cittadina, per scrivere un messaggio polemico nei confronti di William Willoughby (attore nominato all´Academy Award Woody Harrelson), lo stimato capo della polizia locale. La situazione si complica quando l´agente Dixon (Sam Rockwell), un ragazzo immaturo e viziato, si intromette fra Mildred e le forze dell´ordine di Ebbing. Scritto e diretto da Martin McDonagh, é interpretato da una straordinaria Frances McDormand che si candida per la Coppa Volpi.
Ne “Il terzo omicidio”, film amato dai cinefili, che si candida per un premio, il prestigioso avvocato Shigemori assume la difesa di un uomo sospettato di rapina e omicidio, Misumi, il quale ha scontato una pena in carcere per un altro omicidio commesso trent’anni prima. Le chances che Shigemori vinca la causa sembrano scarse: il suo cliente ha spontaneamente ammesso la propria colpa, nonostante rischi la pena di morte nel caso in cui venga condannato. A mano a mano che approfondisce il caso e sente le testimonianze della famiglia della vittima e di Misumi stesso, Shigemori, un tempo sicuro, comincia a dubitare che il suo cliente sia effettivamente l’assassino. Dice il regista Koreeda “Volevo rappresentare in modo appropriato il lavoro dell’avvocato. Quando ho parlato con i consulenti legali per Soshite chichi ni naru, mi dissero: “Il tribunale non è il luogo in cui si stabilisce la verità”. Dissero che nessuno poteva sapere la verità. Pensai: “Interessante”. Se le cose stanno così, voglio fare un film su una vicenda legale in cui la verità non viene rivelata. Di solito, in un film alla fine si arriva alla verità, ma qui solo la sentenza del processo si chiude, mentre i personaggi non vedono la verità. Ciò significa che la nostra società condona un sistema imperfetto che non può reggersi a meno che le persone non giudichino altre persone senza sapere la verità. Credo che il protagonista sarebbe terrorizzato se lo capisse.” donatellanesti@libero.it
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