Livorno isola “infelice”: insufficienti viabilità stradale e ferroviaria
22 Ottobre 2017
(Gino Fantozzi) Livorno, 22 ottobre. Si parla molto, e a ragione, del futuro del Porto, della necessità di avviare una seria innovazione nelle imprese e nella ricerca, tutti elementi necessari ad un recupero di sviluppo economico e sociale della nostra città che, da anni, vive una situazione di stagnazione e di crisi.
Vorrei aggiungere però a questi grandi obiettivi un aspetto spesso dimenticato o lasciato al margine della riflessione. Un aspetto direi più legato alla geografia, sì proprio alla geografia, e che non riguarda solo Livorno ma anche tutta la costa toscana.
Questo elemento riguarda i legami di questi territori con le aree trainanti l’economia. In sostanza i collegamenti che questi territori hanno con il resto del Paese. A parte la questione dei collegamenti via mare e aeroportuali, sui quali, come ho già detto, c’è almeno l’attenzione (le soluzioni a mio avviso comunque difettano) la viabilità stradale e ferroviaria è invece paurosamente carente. E non appare carente solo all’operatore economico ma anche al comune cittadino.
A nord di Livorno gli sbocchi a livello stradale sono appena sufficienti e comunque poco mantenuti. L’ingresso dalla variante Aurelia (SGC Livorno Firenze), dall’Autostrada, nonché dall’Aurelia, imbocca la cosiddetta “variante” che non regge, per dimensione e capacità, il flusso del traffico e che oltre ad essere pericolosa, provoca spesso ingorghi e ritardi. Questa variante insieme alla viabilità ordinaria (i viali a mare) sbocca nel grosso “imbuto” del Romito, nell’assenza dell’ormai “famoso” completamento del “lotto 0”. I veicoli commerciali possono bypassare la città con il tratto autostradale della Rosignano Genova.
Da questo punto di vista Livorno è praticamente tagliata fuori dalle aree a sud.
Ancor peggio la situazione dei collegamenti ferroviari. A titolo di esempio cito che da poco tempo è stato introdotto un treno regionale cosiddetto veloce tra Firenze e Livorno; tale treno arriva in meno di quaranta minuti a Pisa, per poi fermarsi circa un quarto d’ora prima di ripartire per Livorno: arriva così a destinazione con cinque minuti di vantaggio sui normali diretti. I collegamenti con Genova Torino sono per “turisti e pensionati” (con il massimo rispetto per i turisti e per i pensionati) e non certo per chi segue affari, per non parlare del traffico merci. Per Roma poi l’efficienza dei collegamenti è carente: due ore e mezza circa a fronte dell’alta velocità dell’asse centrale del Paese che raggiunge Firenze Roma (più o meno la stessa distanza Livorno Roma) in un’ora e quaranta.
Si spera poi, ma le speranze per i Livornesi durano anni, nella realizzazione del collegamento Porto Interporto e poi Interporto Asse centrale dell’alta velocità (il famoso corridoio europeo 1- Rotterdam Palermo).
Questa situazione si è creata negli anni sessanta, quando a livello nazionale furono fatte scelte che tagliavano fuori dalle grandi direttrici del trasporto nazionale e internazionale Livorno e la costa tirrenica. E gli anni recenti hanno visto correggere almeno in Liguria e nel Lazio alcune deficienze (per cui lo sviluppo di La Spezia e Civitavecchia è dovuto anche a questo).
Emerge pertanto una incapacità della classe dirigente locale e regionale (non solo politica sia chiaro) a difendere con determinazione simili istanze, Tale incapacità (meglio dire la mancanza di forza sufficiente ad imporre una strategia) ha prodotto l’isolamento dei nostri territori che ovviamente si ripercuote sulla loro capacità di attrazione e di localizzazione produttiva.
Se questa forza è mancata alla classe dirigente precedente a questa Amministrazione, lo è ancor di più in quella attuale che non sembra neanche accorgersi del problema e magari persegue il sogno di Livorno isola felice per il mare il sole ecc. ecc. ma di fatto ne fa “un’isola infelice”.
Speriamo che chi si farà carico dei programmi per i futuri governi locali avvii una seria riflessione per correggere questo deficit che sta strozzando il nostro sviluppo e sia in grado di proporre idee concrete per il suo superamento. fantozzi@gmail.com
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