Cent’anni fa nasceva il livornese di Città del Messico, Carlo Coccioli
14 Maggio 2020
(Anna Viola) Livorno, 14 maggio 2020 – Ricorre domani, venerdì 15 maggio, il centenario della nascita di Carlo Coccioli, lo scrittore “assente”, che vide la luce a Livorno, sugli scali Novi Lena, il 15 maggio 1920.
Coccioli, cittadino del mondo, è ancora oggi, a torto, troppo poco conosciuto in Italia. Il Comune di Livorno dedicherà all’anniversario un video-collage di foto e brani dello scrittore, diffuso sui propri canali social, con una voce fuori campo che ne narra la vita e le principali opere. Lo stesso Comune ha raccolto alcune interviste, tra cui quelle del nipote Marco Coccioli, dell’assessore alla Cultura livornese Simone Lenzi e del giornalista Marco Ceccarini, che verranno diffuse, sempre domani, ancora sui social del Comune. Domani sera alle 21, inoltre, l’emittente Telecentro dedicherà allo scrittore una “Serata Coccioli” a cui prenderanno parte, oltre ai nomi già citati, anche la scrittrice Paola Ricci, l’ex assessore Francesco Belais che fu promotore, lo scorso anno, della Livornina d’Oro assegnata alla memoria e il direttore editoriale di Lindau, Ezio Quartarelli, in collegamento telefonico.
Le edizioni Lindau di Torino, con “Il cielo e la terra” e “Gli eredi di Montezuma”, daranno il via il 21 maggio alla pubblicazione, in una collana dedicata, di quattordici titoli di Coccioli, oltre a varie altre opere non ancora pubblicate da Piccolo Karma, la casa editrice che il nipote Marco Coccioli ha costituito anni fa per non disperdere il patrimonio culturale dello zio. Solo quest’anno Lindau pubblicherà nove romanzi.
“La bella avventura con Lindau è cominciata a fine agosto 2019 quando Ezio Quarantelli, direttore editoriale della casa editrice, mi contattò proponendomi di pubblicare uno dei libri dello zio. Non era il primo editore a rivolgermi questa richiesta ed a quel tempo gli risposi, ringraziandolo, che la nostra linea era di pubblicare tutti i titoli autonomamente, con la nostra piccolissima casa editrice dedicata”, spiega Marco Coccioli. “Dopo qualche mese, però, ci ho ripensato. Avevamo pronto ‘Il cielo e la terra’ ed abbiamo considerato, con mia moglie Margherita, che in vista del prossimo centenario della nascita dello zio, avrebbe potuto essere una buona idea affidare un’opera così importante a un editore di qualità, in modo da lavorare insieme alla diffusione delle opere”.
“Mi sono incontrato quindi con Quarantelli nel mio studio di Milano”, spiega ancora Marco Coccioli, “e ne è nato subito un sentimento di affinità e di amicizia”. Ed ancora: “Ho sentito che potevo condividere con Ezio lo stesso mio entusiasmo per la pubblicazione di opere così straordinarie. Ci siamo rivisti a Milano diverse volte e alla fine abbiamo deciso di trasferire l’intero catalogo delle nostre edizioni Piccolo Karma, quattordici titoli, in una collana dedicata di Lindau, oltre a varie altre opere di Carlo non ancora pubblicate. L’idea è semplicemente emersa da sola, era pronta per nascere, ha trovato naturalmente la sua strada”.
Marco Coccioli si dice felice della scelta fatta e precisa: “Questa scelta ci permette di riproporre le opere anche all’estero, dove spesso sono nate, perché ci permette di appoggiarci a un ufficio stampa dedicato ed appassionato. E, non ultimo, perché la riedizione dei titoli è per noi l’occasione di rileggere, insieme a Paola Quarantelli di Lindau, questi testi straordinari nella loro forma e nel loro contenuto”. E chiosa: “Poi so bene che lo zio amava i piccoli editori indipendenti, lui stesso avrebbe scelto le edizioni Lindau”.
Livornese, toscano, italiano, francese e messicano, Coccioli venne definito lo “scrittore assente” per il fatto che, pur essendo presente nel dibattito letterario, era assente fisicamente, dato che abitava dall’altra parte del mondo, in Messico. Era un uomo che si poneva, naturalmente, in contrapposizione con la realtà che lo circondava. Ebbe una casa a Livorno, sugli scali delle Ancore, tra la fine del 1993 ed i primi del 1996. In quegli anni il giornalista Marco Ceccarini, motivo per cui oggi è coinvolto in queste iniziative, fu tra i pochi a seguirlo e sostenerlo non solo attraverso la pubblicazione di articoli su Il Tirreno e la presentazione dell’autore alla libreria Gaia Scienza del compianto Franco Ferrucci, la sola avvenuta davanti ai suoi concittadini, ma anche e soprattutto nella battaglia, persa da Carlo, contro la costruzione di un edificio praticamente attaccato al suo appartamento, motivo che lo indusse a lasciare per sempre Livorno.
“La volontà di Coccioli era quella di stabilirsi a Livorno, almeno per quanto riguarda la sua ufficiale residenza italiana”, precisa Ceccarini. “Un po’ la vicenda legata all’appartamento, un po’ il suo bisogno di avere spazi più ampi di una città di medie proporzioni, lo indussero a tornare in Messico. Posso tuttavia testimoniare che un atto d’amore per Livorno lo fece. Propose di donare alla città la sua opera omnia, ossia tutti i libri pubblicati in tutte le lingue, in modo da destinarli alla biblioteca Labronica. Il Comune di Livorno recepì tale volontà con una delibera nel dicembre 1994. Fu proprio in quel periodo, tra l’altro, che Coccioli ipotizzò la possibilità di trasferire alla città di Livorno, dopo la scomparsa, l’intero suo fondo”.
Sul piano letterario, Coccioli, aveva grandi ed indiscutibili meriti. Se in Francia pensano che fosse francese, in Messico credono sia messicano, mentre in Italia si sa perfettamente che era italiano. L’equivoco nasce dal fatto che Coccioli era trilingue. Scriveva infatti regolarmente in italiano, francese e spagnolo. Molti libri sono stati pubblicati in italiano e poi tradotti, altri però sono stati scritti in francese, specie quelli giovanili, molti altri ancora in spagnolo. Tutti o quasi si trovano nelle lingue dei suoi tre paesi, l’Italia, la Francia e il Messico. Un suo libro, “Documento 127”, è stato pubblicato a Livorno, anzi ri-pubblicato, nel 2010 ad opera di Erasmo, la casa editrice che Ferrucci aveva creato attorno alla libreria.
“Oggi mi trovo nella curiosa condizione di celebrare Coccioli sia come assessore che come colui che, una decina di anni fa, fece la curatela di questa pubblicazione che forse può definirsi la più livornese delle opere di Coccioli”, osserva Simone Lenzi, che a sua volta è uno scrittore ed è stato autore, alcuni anni fa, di un libro cult sulla città, “Sul lungomai di Livorno”, edito da Laterza.
L’Amministrazione comunale di Livorno, che anni or sono ha intitolato una strada a Coccioli non distante da dove nacque, l’anno scorso ha assegnato, come detto, la Livornina d’Oro alla memoria dello crittore. In quella occasione fu ricordato che Coccioli è stato anche un eroe della Resistenza italiana. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, infatti, venne imprigionato dai tedeschi, ma scappò dal carcere di Bologna e salvò la vita a diverse persone. Per questo, dopo il conflitto mondiale, gli è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare.
Era omosessuale. Anche per questo, dopo la guerra, sentendosi emarginato, era fuggito prima dall’Italia e poi dall’Europa. Aveva vissuto diversi anni a Parigi, quindi in Sudamerica e brevemente in Canada, prima di trasferirsi definitivamente in Messico nei primi anni Cinquanta. In Italia non ha mai avuto la considerazione che avrebbe meritato. Tranne che da un pubblico di nicchia, non era molto seguito. Ancora oggi non è facile rintracciare le sue opere, anche se il nipote, in questi anni, ha sempre cercato di mantenere vivo il patrimonio letterario dello zio con la casa editrice Piccolo Karma, che adesso ha trovato il prezioso accordo con i tipi della Lindau per il rilancio in grande stile di una produzione letteraria per quale, adesso, il pubblico italiano è forse pronto e maturo.
Dopo “Il cielo e la terra” e “Gli eredi di Montezuma”, in un ciclo virtuoso che non ha pari, Lindau proporrà, a ruota, “Uomini in fuga”, “Budda e il suo glorioso mondo”, “Le corde dell’arpa”, “Piccolo karma”, “Davide”, “Documento 127” e “Rapato a zero”, tutto dalla fine di maggio a dicembre. Mentre Bompiani, dedicato alla vita di Coccioli, farà uscire il volume “Grande karma” di Alessandro Raveggi. L’uscita del libro, inizialmente prevista per il 15 maggio, è stata posticipata a luglio. Nel frattempo, a Livorno, uscirà per Articolo 21 l’e-book “Ricordi diversi” di Marco Ceccarini e Paola Ricci, con prefazione di Francesco Belais e postfazione della scrittrice Gloria Benini, dedicato agli anni livornesi di Coccioli e ai ricordi dei due autori che, in quegli anni, frequentarono il “salotto” che lo scrittore organizzò nella sua casa della Venezia. Un anno fa, in occasione della Livornina, la Ricci ha dato alle stampe n self-publishing il corposo volume “Carlo Coccioli e la strega fatata”.
Da segnalare, infine, che proprio oggi Radio Tre della Rai, nel corso della trasmissione Fahrenheit di approfondimento letterario, ha dedicato gran parte del tempo al ricordo e alla valorizzazione della figura di Carlo Coccioli, livornese di Città del Messico.
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