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21 Dicembre 2024

Comune e Prefettura contro la criminalità organizzata: firmato un protocollo


Livorno, 29 settembre. Prefettura di Livorno e Comune di Livorno hanno sottoscritto un “Protocollo di Legalità per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici”.
Il documento è stato firmato, martedì 26 settembre a Palazzo del Governo, dal sindaco Filippo Nogarin e dal prefetto Anna Maria Manzone, alla presenza, tra gli altri, di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), del presidente del Tribunale di Livorno Marisa Sammarco e del procuratore capo Ettore Squillace Greco.
Con questo protocollo Prefettura e Comune intendono promuovere il pieno rispetto della legalità nei contratti pubblici, sviluppando, in aggiunta agli standard previsti dalla normativa, ulteriori forme di controllo e vigilanza, nonché ulteriore trasparenza.
Lo sottolinea il Comune in una nota esplicativa: “Tutto ciò per salvaguardare la realizzazione di opere e la prestazione di servizi di interesse pubblico da ogni tentativo di infiltrazione da parte di gruppi legati alla criminalità organizzata in grado di condizionare le attività economiche e finanziarie, direttamente o tramite società controllate. Le ragioni della collaborazione tra i due enti nel raggiungimento di queste finalità sono evidenti: la Prefettura, ufficio territoriale del Governo, è tenuta, ai sensi dell’art. 95 del D.Lgs. 159/2011, a monitorare le imprese locali per le quali il rischio di tentativi di infiltrazioni e condizionamenti mafiosi è ritenuto maggiore, intensificando i controlli mirati a prevenire o reprimere questi fenomeni. Il Comune di Livorno, anche in attuazione del proprio Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, intende collaborare con gli organi statali per garantire piena trasparenza nelle proprie procedure di appalto, selezionare operatori economici corretti ed onesti e contribuire a creare nella città un clima di relazioni economiche e sociali ordinato e improntato alla legalità”.
Comune e Prefettura intendono inoltre collaborare con gli enti e le istituzioni preposte al fine di garantire la regolarità dei cantieri e il rispetto della normativa in materia di lavoro e sicurezza dei lavoratori, considerato che uno dei versanti di azione della criminalità è proprio quello che opera attraverso forme illegali nel mercato del lavoro e nei subcontratti.
“È prevista – si spiega nella nota – l’estensione delle cautele antimafia all’intera filiera degli esecutori e dei fornitori anche negli appalti sottosoglia (in base al protocollo l’appalto deve essere superiore a 150mila euro per lavori, forniture e servizi, e oltre 100mila euro per i subcontratti).
Per appalti e subappalti saranno acquisiti tutti i dati delle imprese partecipanti alle gare, delle imprese controllanti e di quelle partecipate, con riferimento al legale rappresentante ed agli assetti societari, nonché ai familiari conviventi”.
Qualora la Prefettura accerti tentativi di infiltrazione mafiosa ed emetta una informativa ostativa, il Comune non procederà alla stipula del contratto di appalto, o revocherà l’aggiudicazione, o negherà l’autorizzazione al subappalto intimando all’appaltatore o concessionario di far valere la risoluzione del subcontratto.
Il Comune di Livorno si impegna a predisporre le proprie procedure di gara ispirandosi ai principi del protocollo di legalità, e prevedendo nei bandi che il mancato rispetto di questi principi costituisca motivo di esclusione dalla gara, di revoca dell’aggiudicazione o di risoluzione del contratto.
Nella valutazione delle offerte saranno previsti criteri premiali in relazione al maggior rating di legalità, alle maggiori garanzie di tutela del lavoro e al minore impatto sulla sicurezza e la salute dei lavoratori e sull’ambiente.
Anche gli operatori economici saranno tenuti a citare negli eventuali subcontratti gli obblighi derivanti dall’applicazione del protocollo.
Per quanto riguarda la composizione delle commissioni giudicatrici delle gare d’appalto in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, il Comune, al fine di promuovere una più diffusa cultura dell’imparzialità, si impegna a coinvolgere le istituzioni del territorio per predisporre un elenco di dipendenti pubblici in possesso di requisiti di compatibilità e moralità, nonché di comprovata competenza e professionalità, dal quale attingere (mediante pubblico sorteggio) al fine di nominare le commissioni giudicatrici.
Il Comune, nel rispetto delle norme comunitarie e nazionali, si impegna inoltre a inserire nei bandi clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale, l’applicazione dei contratti di lavoro, il rispetto della sicurezza nei cantieri, la specifica formazione professionale dei lavoratori, tenendo anche in considerazione gli aspetti della territorialità, della filiera corta e delle ricadute occupazionali degli appalti.