Congressi dei partiti, le periferie sono patrimonio dell’umanità
22 Marzo 2017
(Ruggero Morelli) Livorno, 22 marzo – Il dibattito nei congressi di partito si incentra sulla futura organizzazione dello stesso e sulle linee per conservare la guida del paese o per conquistarla.
Oggi il Pd è impegnato a discutere di tutte e tre perché dopo il 4 dicembre sono emerse critiche alla conduzione del partito che ha perduto molte elezioni comunali e regionali oltre al referendum, e mantiene il governo con un parlamento dove ha una maggioranza conquistata per pochi voti e grazie ad un meccanismo che lo ha premiato per caso.
Il più sentito e difficile dei temi da affrontare è quello del lavoro e della occupazione che dopo anni di crisi sta molto lentamente migliorando.
Accanto alle grandi opere pubbliche, alla ricerca e innovazione, alla formazione professionale mirata, ed alla riforma dei centri per l’impiego c’è un tema che mi pare meriti un’attenzione particolare: il rammendo delle periferie.
L’architetto Renzo Piano, senatore, è stato anni fa promotore di una decisione dell’Unesco : dichiarare le periferie patrimonio dell’umanità. Da qui una serie di iniziative per il recupero delle condizioni di vita di alcune delle più degradate. Ricordo la prima per l’Italia :Otranto 1979 con i ‘laboratori di quartiere’’ – vedi il libro di Gianfranco Dioguardi ‘Nuove alleanze per il terzo millennio. Periferie recuperato’’ 2015 .Ed.Angeli -.
Nelle stanze del senato a lui assegnate, Piano ha creato nel 2014 il gruppo G124, che sta per Palazzo Giustiniani, piano 1°, stanza 24., e lo ha finanziato con la indennità della sua carica, chiamandolo ‘rammendo delle periferie’.
In due anni sono stati avviati progetti pilota seguiti da giovani allievi sotto l’egida di collaboratori esperti dello studio : Librino a sud di Catania, Stazione Serpentaria a nord-est di Roma, la borgata Vittoria a Torino, le aree dismesse a Marghera ed il Giambellino a Milano . La cosa ha dato la stura ad un progetto pubblico curato dal ministero dei beni culturali.
Qualche giorno fa, il 6 marzo, si sono sbloccati i primi fondi stanziati dal parlamento per il recupero dei suburbi urbani, 500 milioni con la firma di 24 protocolli con i sindaci dei relativi comuni capoluogo.
Altri progetti sono stati presentati da 96 comuni e per questi sono stati stanziati altri 1.500-milioni ai quali si affiancano 1.800- milioni di capitali privati.
La filosofia degli interventi è quella di creare spazi come parchi, piazze, orti urbani, ed impianti sportivi per avere luoghi umanamente più vivibili. Un efficace investimento sul futuro perché è li che crescono i nuovi cittadini(Piano è cresciuto nella periferie genovese di Ponente).
Il criterio seguito dai collaboratori dello studio di Piano – Massimo Alvisi, Maurizio Milan e Mario Cucinella – ha previsto il preliminare incontro con le varie associazioni, comitati, parrocchie ecc. presenti nell’area scelta.
‘’Non è affatto vero che nelle periferie manchi uno spirito identitario’’- dice l’arch. Alvisi – ‘’Esiste ed è molto forte soprattutto tra i giovani. Ma a tale spirito non corrisponde la struttura urbana perché mancano luoghi di aggregazione capaci di diventare anche simboli di quella porzione della città.’’
Le idee per il recupero di aree incolte o opere abbandonate sono venute pian piano ed i mezzi per i lavori sono arrivati quando dagli enti locali, quando dalle associazioni e fondazioni, quando dai cittadini e dal loro impegno diretto.
Ne è seguito, come si è visto, l’effetto domino che ha stimolato molti comuni, grazie anche alle iniziative del ministero dei beni culturali. Il ministro Franceschini ha così sostenuto le decisioni innescate dai progetti:‘’Dopo aver vinto nel secolo scorso la grande sfida della preservazione dei centri storici delle nostre città, le periferie sono la grande sfida di questo secolo: siamo chiamati a riqualificare i luoghi in cui vive, lavora e sogna la gran parte della popolazione del Paese e in questo l’arte contemporanea può essere determinante”. Lo ha detto alla presentazione dei sei progetti vincitori del bando “Culturability – spazi d’innovazione sociale” promosso dalla Fondazione Unipolis e illustrati nella Sala ex Consiglio Nazionale del Collegio Romano nel corso dell’incontro “Cultura, creatività e rigenerazione urbana per promuovere sviluppo sostenibile, con Pierluigi Sacco, economista della cultura IULM, il Sindaco di Bologna Merola e Pierluigi Stefanini, Presidente di Unipolis.’’(vediwww.rivistasitiunesco.it).
Che il recupero delle periferie sia una grande questione civile del futuro –come ha scritto Renzo Piano – lo dimostrano due scelte recenti per progetti a lui affidati: il nuovo tribunale di Parigi ubicato a Clichy Batignolles e ed il campus della Columbia university ad Harlem, zone che si possono definire periferia.(Periferia di Livorno nella foto di “Frammentilabronici”).ù
ruggeromorelli@libero.it
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