Di fronte a Livorno, in Corsica, un popolo non sente di appartenere alla Francia
10 Marzo 2022
(Marco Ceccarini) Livorno, 10 marzo 2022 – Proprio di fronte a Livorno, nell’isola di Corsica che in linea d’aria dista più o meno come Grosseto, riprende forza ed infiamma gli animi la richiesta di indipendenza od almeno di maggiore autonomia dalla Francia.
La Corsica da alcuni giorni è al centro di scontri che vedono contrapposti migliaia di militanti e simpatizzanti della causa indipendentista e le forze di Polizia che a stento riescono a contenere le proteste. Il Palazzo di giustizia di Ajaccio, capoluogo amministrativo dell’isola, è stato occupato e danneggiato.
Scontri e disordini si stanno verificando in tutti i centri abitati dell’isola che fu genovese e pisana, ma anche indipendente, prima di diventare francese. Dall’antica capitale Corte all’attuale capoluogo Ajaccio, dalla popolosa Bastia alla turistica Porto Vecchio, in borghi grandi e piccoli, molte manifestazioni si sono trasformate in vere e proprie rivolte che hanno preso di mira i simboli della Francia, specie quello bancario e finanziario.
Tutto ha avuto inizio dopo che lo scorso 2 marzo l’indipendentista Yvan Colonna è stato aggredito nel carcere di Arles, in Francia, da un altro recluso che l’ha ridotto in fin di vita provocandogli il coma celebrale.
A ferire gravemente Colonna, che in primo momento era stato dato addirittura per morto, è stato un detenuto legato al terrorismo jihadista. Ma al centro delle proteste è finito lo Stato francese, ritenuto il vero responsabile dell’aggressione, se non altro per non essere riuscito a tutelare l’incolumità fisica di Colonna in una delle sue carceri.
Colonna sta scontando l’ergastolo perché ritenuto coinvolto nell’omicidio del prefetto della Corsica, Claude Jean Pierre Erignac, avvenuto a Ajaccio nel febbraio 1998. Arrestato nel luglio 2003, al termine di un processo che fu spostato a Parigi e che diverse fonti hanno definito farsesco, nel dicembre 2007 è stato condannato all’ergastolo. La massima pena detentiva è stata confermata in appello, sempre a Parigi, nel giugno 2011.
L’aggressione a Colonna è stata vissuta come un vero e proprio attacco al movimento che si batte contro la “colonizzazione” francese. Assieme a vari soggetti politici e ai partiti nazionalisti, non pochi collettivi giovanili e universitari, gruppi organizzati e comitati spontanei, sono immediatamente scesi in piazza organizzando assemblee e raduni, cortei, blocchi stradali, interruzione delle attività in porti ed aeroporti, manifestazioni che in molti casi sono sfociate in conflitti con la Polizia. Un grande corteo si è svolto a Corte, ma scontri anche prolungati, con l’impiego di fumogeni, si sono avuti in tutta l’isola. Nei prossimi giorni sono attese ulteriori proteste. La richiesta di porre l’attenzione sulla questione nazionale ha ripreso vigore.
Mentre in Ucraina infiamma la guerra, mentre l’Unione Europea si associa alle sanzioni inflitte alla Russia per aver invaso il territorio di Kiev, la questione corsa posta da molte componenti dell’isola che fu di Pasquale Paoli, colui che nel Settecento regalò il sogno di essere una Repubblica indipendente, chiede anch’essa l’attenzione dell’Unione Europea e in particolare dell’Italia, cui la Corsica è legata da affinità culturali, storiche e linguistiche, perché se è vero che la Corsica non può dirsi Italia, non può dirsi neanche Francia, mentre è altrettanto vero che è a tutti gli effetti Europa e che il suo popolo ha diritto all’autodeterminazione
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