Dopo alluvione: c’è un piano per affrontare i cambiamenti climatici
25 Settembre 2017
(Renato Gangemi) Livorno, 25 settembre. Sicuramente passata la fase dell’emergenza che sta vivendo oggi la nostra città dovremo iniziare a capire come affrontare in futuro i problemi legati all’ ambiente, alla prevenzione del rischio idrogeologico e dell’ adattamento ai cambiamenti climatici.
Temi, che lo si voglia o no, dovranno avere una maggiore centralità nell’agenda politica , temi sui quali non potrà non confrontarsi chi vorrà candidarsi ad amministrare la città nei prossimi anni.
L’eccezionalità e la forza dell’evento che ha colpito Livorno, oltre a portare un impressionante carico di morte e distruzione, ha messo a nudo molte criticità e debolezze, mettendo anche in discussione alcune delle certezze sulle quali si basavano la programmazione urbanistica, la messa in sicurezza del territorio e le politiche di gestione dell’emergenza.
Se forse la discussione di questi giorni è apparsa molto concentrata sui possibili errori e sulle responsabilità della politica – del passato e del presente – è anche vero che dal dibattito – cittadino e nazionale – sta emergendo una nuova consapevolezza, così come è evidente a tutti l’urgenza e la non procrastinabilità degli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico e la necessità di superare la frammentazione e la sovrapposizione delle competenze.
Uno degli strumenti che potranno aiutare ad aprire questa fase nuova è il Pnacc (Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici), creato dal Ministero dell’Ambiente, piano sul quale dal febbraio di quest’anno è avviata una consultazione pubblica .
Il Pnacc sarà infatti un importante strumento di supporto della Snac (Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici) con il preciso scopo di individuare i principali impatti dei cambiamenti climatici e proporre azioni di prevenzione del rischio ed adattamento.
Anche per il livello locale (ma non a Livorno ) è da tempo operativo un altro strumento, il nuovo “Patto dei sindaci” – denominato “Covenant of Mayors for Climate & Energy”, – patto che prevede appunto la stesura di Piani di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima rivolti ad integrare mitigazione e adattamento secondo una visione comune basata su una maggiore sostenibilità ambientale.
Criteri nuovi dovranno servire ad aggiornare anche il ruolo strategico della protezione civile nell’ambito della programmazione urbanistica, dato che – al netto degli attuali problemi successivi al riassetto di questi ultimi mesi – non sarà certamente sufficiente ripercorrere a ritroso un percorso ormai inadeguato, come sarà d’obbligo procedere ad una revisione ed una messa punto degli attuali strumenti di gestione dell’emergenza per la popolazione.
Ma la cosa più importante è portare avanti i progetti di mitigazione del rischio e soprattutto di presentarne a più presto di nuovi. Le risorse ci sono.
Grazie al progetto Italiasicura sono stati stanziati 9,9 miliardi fino al 2023 dei quali ne sono stati spesi – dal 2016 fino al terzo trimestre del 2017- ben 1 miliardo e 114 milioni..
Gli strumenti oggi quindi ci sono, le risorse pure, occorre a questo punto una forte volontà politica e soprattutto una politica capace di lavorare per ottenere risultati non immediatamente monetizzabili elettoralmente: spendere oggi in prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici, oltre a salvare vite umane, significa ridurre le future spese pubbliche per far fronte ai danni provocati da tali cambiamenti.
Al di là dei recenti eventi un primo bilancio dell’amministrazione uscente possiamo comunque già farlo. Grazie al progetto Adapt, a Livorno siamo riusciti solo a progettare il rifacimento del marciapiede di via Montebello, per la precisione un “intervento di realizzazione di una pavimentazione drenante e permeabile sugli spazi di parcheggio” per un costo di 115 mila euro.
Un po’ poco per tre anni di governo della rivoluzione 5 stelle.
Renato Gangemi è responsabile Ambiente Pd Livorno
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