Italia sovrana e popolare, contro Draghi e il green pass
1 Agosto 2022
(Giusy Dané) Roma, 1° agosto 2022 – Al Senato si è svolta quest’oggi, lunedì 1°agosto, la presentazione della coalizione Italia sovrana e popolare, che vede riuniti in un’unica lista Ancora Italia, Partito Comunista, Riconquistare l’Italia, Azione Civile, Rinascita Repubblicana, Comitati No Draghi e Italia Unita. Capo politico del cartello è Giovanna Poloni, un’insegnante che è stata licenziata per non aver accettato il vaccino anti-Covid, dunque non una politica di professione ma una cittadina come molti altri.
Alla conferenza stampa, convocata dal senatore Emanuele Dessì di Uniti per la Costituzione nella Sala dei Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, hanno partecipato, tra gli altri, Igor Camilli del comitato No Draghi, Stefano d’Andrea di Riconquistare l’Italia, Francesco Nappi di Italia Unita, Antonio Ingroia di Azione Civile, Francesca Donato di Rinascita Repubblicana, Marco Rizzo del Partito Comunista e Francesco Toscano di Ancora Italia, oltre naturalmente alla Poloni.
La coalizione si definisce “l’unica alternativa al totalitarismo liberista, guerrafondaio e sanitari”. Il programma chiede l’uscita dell’Italia da Nato, Unione Europea ed Organizzazione Mondiale della Sanità.
Tra i punti salienti, stop all’invio di armi al regime ucraino e fine della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia.
“Bisogna ricostruire dei rapporti diplomatici”, è stato detto in conferenza stampa, “ed archiviare la stagione dell’unipolarismo atlantista per approdare ad un mondo multipolare fondato sulla solidarietà e sovranità di stati affratellati”.
Basta dittatura sanitaria e green pass. Nessun obbligo vaccinale. Attivazione di piani di medicina territoriale e di prossimità. Ristrutturazione generale della sanità pubblica e fine di ogni privatizzazione in questo settore.
E ancora. Senza tregua nella lotta alla mafia, alla corruzione e alle organizzazioni criminali, fine del segreto di stato sulla stagione della stragi e sulle responsabilità interne ed internazionali nella strategia della tensione. Una vera riforma della giustizia dalla parte del popolo, con una magistratura non asservita ai poteri forti, a tutela delle ragioni dei più deboli.
Si chiede, inoltre, una assoluta attenzione ai temi del lavoro, azzerando tutta la legislazione relativa alla precarizzazione e agli attacchi al lavoro autonomo. Piena occupazione, salario minimo a 1200 euro, piano di manutenzione nazionale del territorio con forza-lavoro dal reddito di cittadinanza, socialità per invalidi con assegno minimo a 1000 euro, sviluppo del welfare per la famiglia come centro dell’azione sociale.
“Siamo contro il politicamente corretto che cancella cultura e storia, così come siamo avversi alla mercificazione dei corpi usati spesso a discapito dei ceti popolari”, è stato precisato. “Difesa dell’ambiente non in senso propagandistico, ma seguendo realmente la filiera delle responsabilità del mercato globale”.
Il programma, inoltre, prevede la denuncia della sistematizzazione del terrore come strumento di governo dei popoli respingendo ogni ipotesi di transumanesimo, i cui prodromi sono stati sperimentati durante la gestione del Covid e l’insediamento di una commissione d’inchiesta parlamentare sulle scelte dei governi durante l’emergenza.
“Quello che vogliamo, infine, è una politica economica che riprenda la programmazione industriale e sociale improntata in senso antiliberista e popolare”, si è concluso. “Una attualizzazione della lotta di classe nel mondo disumano delle multinazionali”.
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