La Toscana del futuro: robot e auto elettriche. Le previsioni di Paolo Dario
22 Settembre 2017
(Ruggero Morelli) Livorno, 22 settembre. Due proposte per lo sviluppo industriale, che potrebbero dare una spinta alla occupazione giovanile, sono state enunciate in contemporanea e meritano la nostra attenzione.
Durante il Festival internazionale della robotica a Pisa, rispondendo alle domande della giornalista Pieraccini del Sole, il professor Paolo Dario è tornato sulla proposta di incentivare la produzione di robot: “La Toscana, che oggi è al vertice nella ricerca ma non nella produzione di robot, ha grandi potenzialità di crescita industriale. E il Competence center che realizzeremo a Pontedera – aggiunge lo scienziato riferendosi al progetto che ora punta a ottenere i finanziamenti statali sulla formazione 4.0 – potrà aiutare proprio le aziende, perché sarà un luogo d’incontro tra ricercatori e mondo industriale. La vera sfida è quella di continuare ad essere produttori di robot”. Di passaggio ricordo che nei mesi scorsi Paolo Dario è stato premiato col Ras Pioneer Award 2017, il riconoscimento più prestigioso al mondo nei settori della robotica e dell’automazione.
Parole che hanno un senso concreto se si pensa che a Pisa era presente al festival la azienda Comau – www.comau.com – che con Fca ha un accordo per la produzione di robot e che a Pontedera ha creato una sua sede operativa per collaborare con l’istitituto di biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. In altre occasione Dario aveva sottolineato come l’Italia giunta prima nel mondo con Olivetti, abbia poi perso l’occasione e sia diventata nell’informatica una terra commerciale.
La seconda proposta deriva da una ricerca della Europian House Ambrosetti eseguita insieme ad Enel -ttps://www.ambrosetti.eu/ricerche-e…ricerca-2016/…/ricerca-enel-2016_394x270/ – sulla rivoluzione della mobilità., rivolta al settore auto elettriche.
Poichè appare sicuro l’arrivo dell’auto elettrica, che oggi conta da noi soltanto 9.820 veicoli, pari allo 0,03 per cento dei trentasette milioni circolanti, gli analisti hanno delineato i vari scenari possibili al 2030. L’Italia potrebbe ”catturare” un quota rilevante di fornitura nei settori della componentistica, della carrozzeria e degli interni, della apparecchiature di ricarica elettrica ed il riciclo. Si pensa di poter generare un valore di decine di miliardi sul nostro territorio. Lo studio Ambrosetti-Enel rileva che nel mondo i veicoli elettrici e ibridi crescono alla media del 94 per cento annuo (sono stati 2 milioni nel 2016). Seppur partendo in ritardo l’Italia con la filiera ‘allargata’ alla mobilità elettrica conta 160.000 imprese e 823.000 occupati, che potrebbe produrre circa 100 miliardi di euro nel 2025 e fino a 300 miliardo nel 20130. Da qui la spinta finale della ricerca Ambrosetti-Enel che pone la domanda: “Vogliamo per l’Italia un ruolo di mercato di consumo oppure un ruolo di fornitore manifatturiero? E addirittura un ruolo propulsore?”.
Come si vede sia nell’un caso che nell’altro si propone di usare le nostre indubbie capacità manifatturiere per crescere come produttori made in Italy e non solo commercianti consumatori, con le ovvie conseguenze di più occupazione e controllo. Non posso dimenticare le chiusure frequenti di aziende decise in consigli d’amministrazione molto lontani da noi come ad esempio la Trw, sulle quali non abbiamo avuto possibilità di intervento.
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