Non ha l’assicurazione, ragazzo lasciato morire di coronavirus in California
28 Marzo 2020
Los Angeles, 28 marzo 2020 – Un ragazzo di 17 anni di Lancaster, città della California a circa settanta chilometri da Los Angeles, Stati Uniti, è stato lasciato morire, dopo essere stato respinto dall’ospedale in cui lo avevano portato i genitori, perché la famiglia era senza assicurazione sanitaria. Il giovane era in crisi respiratoria ed era risultato positivo, secondo quanto si apprende, al test del coronavirus Covid-19. Aveva bisogno di essere ricoverato d’urgenza e sottoposto a terapia intensiva. Ma il sistema sanitario degli Stati Uniti dice che nessuno ha diritto all’assistenza gratuita, neppure i minorenni, neppure negli ospedali pubblici, se privo di assicurazione o se la famiglia non è in grado di sostenere le spese.
Il fatto è accaduto mercoledì scorso, ma solo oggi, sabato 28 marzo, il dramma di questo ragazzo può essere raccontato in modo corretto. Venerdì 20 il giovane era ancora in salute, benché positivo al “tampone”, ma le sue condizioni sono peggiorate nei giorni successivi, fino a quando mercoledì 25, vedendolo in crisi, i genitori hanno condotto il figlio in ospedale, probabilmente confidando nel fatto che, essendo poco più che un bambino, la struttura sanitaria provvedesse a curarlo salvandogli la vita, rimandando al “dopo” la questione economica. Invece, non avendo la garanzia del risarcimento delle spese, la clinica ha negato il ricovero al ragazzo, invitando la famiglia a condurlo in una struttura gestita da qualche associazione od ente benefico che eroga servizi ai cittadini privi di assicurazione. Ma il giovane, evidentemente indebolito in modo pesante dall’infezione, è deceduto a causa di un arresto cardiaco durante il tragitto verso un ospedale di questo tipo.
Inizialmente il decesso non era stato neanche attribuito al coronavirus. Solo un approfondimento giornalistico condotto dalla nota rete televisiva Cnn ha fatto chiarezza sulle dinamiche portando all’attenzione mondiale la durissima realtà sanitaria degli Stati Uniti, dove una persona, se non ha le adeguate assicurazioni, non ha garantiti neanche gli interventi salvavita e le terapie essenziali.
Il sindaco di Lancaster, Carrol Parris, una volta emersa la verità, si è detto sconvolto per l’accaduto: “Quando il ragazzo si è ammalato, i genitori lo hanno portato in un pronto soccorso di un ospedale locale, ma sono stati allontanati perché non aveva un’assicurazione sanitaria”. E poi: “Quando un ragazzino entra in difficoltà respiratoria, non si deve chiedere un’assicurazione, si deve curare”.
Le parole indignate del sindaco Perris, però, suonano come delle lacrime di coccodrillo. Se da una parte mette infinita tristezza che nella prima potenza economica del mondo un ragazzo di 17 anni sia stato lasciato morire di coronavirus perché la famiglia era priva di un’assicurazione sanitaria, dall’altra non deve stupire che un caso del genere si sia verificato proprio laggiù, perché il sistema sanitario statunitense, basandosi su principi di natura privatistica, non è concepito per evitare le tragedie umane, ma per garantire l’accesso alle cure solo a chi può permetterselo.
Al contrario di quanto accade quasi ovunque in Europa, Italia compresa, ma anche in altri Paesi del mondo come Cina, Giappone, Russia, Australia, Cuba, Singapore, Emirati Arabi, Qatar, Corea del Sud e molti altri, negli Stati Uniti quello alla sanità non è un diritto fondamentale ma risponde a logiche di mercato, con la conseguenza che, se adesso fa scalpore la tragedia di Lancaster, perché legata all’emergenza pandemica da Covid-19, in realtà bisogna essere ben consapevoli che, nella sostanza, quella non è la prima e purtroppo non sarà l’ultima tragedia determinata dal fatto che negli Stati Uniti d’America il dollaro vale più della vita umana.
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