Territori in sicurezza idrogeologica tra cause, effetti e soluzioni: dal dire al fare
27 Ottobre 2017
(Paolo Pasquinelli) Livorno, 27 ottobre. Quando niente e quando troppo. Ma non è mai troppo quando si spiegano e si analizzano soluzioni per porre rimedio a disastri. I due simposi avvenuti il 24 ottobre, targati differentemente (Workshop e Convegno) hanno espresso argomenti talvolta sovrapponibili sui cambiamenti climatici quali adattabilità, sicurezza dei territori e alluvioni. Il primo organizzato dal Comune di Livorno nella Sala delle Cerimonie, l’altro dal Caffè della Scienza “Nicola Badaloni” compartecipe l’Istituto pisano di Geoscienze e Risorse del CNR nella sala Consiliare della Provincia di Livorno. Prima di procedere nelle considerazioni sui due interessanti appuntamenti mi sia permesso dire: “Ma è mai possibile che nello stesso giorno siano stati programmati due eventi abbastanza analoghi? Oppure detto alla livornese “Un si poteva unificarli?”. Tant’è, cosa fatta capo ha. Sinteticamente cercherò di esprimere commenti e opinioni, richieste dalla redazione di Costaovest, sui contenuti e sui miei interventi di biologo presente tra il pubblico (per lo più formato da addetti ai lavori nel primo caso, più composito e numeroso nel secondo). (Nella foto Paolo Pasquinelli) Ebbene nel workshop si è avuto modo di affinare la conoscenza sui contenuti e lo stato dell’arte del progetto ADAPT 2014-2020 (adattamento ai cambiamenti climatici dei sistemi urbani dello spazio transfrontaliero) già finanziato in passato. In visione sono stati proiettati molti grafici ben chiari ma, a mio parere, supportati da statistiche poco attuali (da qui un mio primo intervento, subito rintuzzato con loro giustificazioni). Successivamente l’importanza della necessità di una conoscenza capillare e puntuale del territorio, da me sollecitata, ha anticipato una dettagliata ottima relazione che però, a mio avviso, conteneva un’affermazione azzardata: “Simili eventi sono imprevedibili”. A tal proposito riterrei opportuno si dicesse: “Seppur poco prevedibili aspettiamo l’evoluzione di metodi e strumenti che ne migliorino la previsione”. Ancora: “II rischio zero non esiste”, mi appare come una frase possibile creatrice di alibi utilizzabile in qualsiasi situazione di disastri; spero si possa arrivare a sostituirla con “la tendenza è minimizzare il più possibile il rischio”. L’altro mio intervento, avvenuto durante il workshop, è stato allorché un relatore ha affermato che “le polemiche sono sterili” (riferito al disastroso evento alluvionale di Livorno) a cui ho risposto: “No! Le polemiche e le critiche sono utili soprattutto se si pensa a chi ci ha rimesso la vita”. Considerazione subito recepita e corretta nel durante e nel post dallo stesso relatore. Anyway, questa del workshop è stata una lodevole iniziativa del Comune di Livorno..
Venendo al Convegno pomeridiano alla Provincia: “Territori in sicurezza idrogeologica- cause, effetti, soluzioni et al.” mi vien da elogiare il taglio scientifico dell’incontro (non poteva essere diversamente dal momento che il Caffe’ della Scienza ne era il promotore). Quasi tutti i relatori hanno posto attenzione ai territori interessati dalle esondazioni conseguenti alla terribile alluvione di Livorno e i comuni interessati di Collesalvetti e Rosignano Marittimo. Alcuni di loro in maniera più specifica si sono soffermati sull’ “ultimo miglio” parlando di cementificazioni eccessive e di strutture ancellari (casse di espansione) insufficienti o di dubbio funzionamento. Non avendo competenze in materia di strutture urbanistiche, sono intervenuto come biologo studioso delle Colline Livornesi ricordando loro che “a me-mi” interessa un argomento da loro non trattato cioè il “primo miglio” ovvero: cosa è accaduto sulle Colline Livornesi e cosa sta accadendo all’Ecosistema e alle Biodiversità? Tagli intensivi dei boschi, incurie varie di manutenzioni, abbandono di sfalci e potature nei rii, abbandoni abusivi di materiali non possono essere trascurati, cosi ho replicato in contrapposizione a chi (Rappresentante del Genio Civile) invece affermava che se anche i torrenti, i rii e i botri fossero stati tutti liberi e puliti le esondazioni sarebbero avvenute lo stesso. Affermazione azzardata perché non dimostrabile e i “se” in un qualsiasi congresso non sono accettabili. Anche il rappresentante locale del WWF è intervenuto con grande chiarezza ed efficacia nel segnalare come, per porre rimedio ad una situazione, nei torrenti e rii si proceda al taglio degli alberi e della vegetazione in maniera esagerata ripulendo gli alvei e argini senza tener conto della perdita di un elevato numero di piante e della biodiversità animale autoctona e di migrazione. Entrambe le osservazioni, quella mia e quella del WWF, a sostegno di un sano equilibrio, sono state liquidate, a mio avviso, in maniera semplicistica. Concludo dicendo che i due simposi si sono rivelati molto utili per capire, far conoscere e accelerare quei processi che talvolta appaiono lenti. Finisco col dire: adopriamo giudizio perché “Come Homo interviene sulla Natura produce danni”. paolopasquinelli@alice.it
Paolo Pasquinelli, biologo e artista contemporaneo.
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