Romanzo famigliare: Livorno forte provincia è la vera protagonista
11 Gennaio 2018
(Donatella Nesti) Livorno, 11 gennaio. ‘Romanzo Famigliare’, la fiction andata in onda su rai 1 si chiama così con la ‘g’ in omaggio al ‘Lessico Famigliare’ di Natalia Ginzburg (“un atto d’amore per un faro della letteratura del dopoguerra a cui i miei dialoghi si rifanno da tempo”, dice la regista Francesca Archibugi) è girato in gran parte a Livorno e forse per la prima volta all’interno dell’Accademia Navale e sull’Amerigo Vespucci. Un romanzo popolare,un family drama, o un feuilleton che ha per protagonista principale la famiglia del capitano Pagnotta, Guido Caprino, (nella foto con Vittoria Puccini e Fotini Peluso), ma la vera protagonista è la provincia già descritta da Paolo Virzì, con la contrapposizione tra classi sociali, con storie personali e collettive che si intrecciano e si scontrano e le vicende della famiglia Liegi, una delle casate di origine ebraica più in vista di Livorno.. Al centro del racconto la freschezza delle giovani ragazze forti e fragili allo stesso tempo descritte con grande sensibilità dimostrata dalla regista fin dall’esordio con ‘Mignon è partita’. Vittoria Puccini nel ruolo di Emma dice di essersi divertita ”Mi sono divertita a farmi trascinare in questo mondo ‘archibugesco’ fatto di conflitti, tradimenti, amori, legami indissolubili”. Entusiasta anche Giancarlo Giannini: “Io sono nato con gli sceneggiati molti anni fa. Con Francesca più volte abbiamo cercato di fare un film insieme ma non ci siamo mai riusciti. Poi mi ha proposto questa storia bellissima, l’ha girata davvero come un film e io mi sono trovato benissimo”. Un ruolo molto particolare ce lo ha Marco Messeri, che interpreta Vanni, autista della famiglia Liegi e voce narrante fuori campo dell’intera storia. “È l’unico che non fa parte della famiglia e però sa tutto di tutti i suoi componenti”. Forse l’unico che parla livornese già perché spesso i protagonisti più che livornese parlano una sorta di fiorentino poco convincente.
Protagonista della fiction è la sedicenne Micol interpretata da Fotinì Peluso (il cui nome di origine greca vuol dire “luminosa”) rimasta incinta al primo rapporto con l’insegnante di clarinetto, per molti critici è proiettata verso una carriera luminosa come il suo nome ma in realtà appare talora sopra le righe. Una storia fin troppo carica di eventi, colpi di scena, personaggi ai limiti della credibilità, come il medico falso obiettore, il dirigente del liceo Caproni, l’allieva accademista dalle idee fascistoidi, la nonna cuoca-spacciatrice, un eccesso di situazioni che non permette di approfondire le scelte dei protagonisti. Bella la location, Livorno sfoggia la sua bellezza, il suo mare, la sua luce particolare, insomma non una cornice ma la vera protagonista della storia. Aspettiamo le prossime puntate per un giudizio più completo. donatellanesti@libero.it (nella foto, Micol, Fotini Peluso)
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