Noi, Filippide
14 Giugno 2018
(Ruggero Morelli) Livorno, 14 giugno 2018. Si racconta che Filippide corse da Maratona ad Atene per avvisare che i Persiani erano in rotta dalla Grecia vinti dagli ateniesi. La sua corsa ormai leggendaria ha ispirato le Olimpiadi e generazioni di atleti anche dilettanti.
Le attività sportive in genere aiutano a vivere meglio, a fare amicizie ed a migliorare difficoltà motorie e psichiche. La corsa su tutte, e così è nata l’idea di provare a correre con i ragazzi affetti da autismo. Sono stati coinvolti dei volontari che hanno iniziato anni fa ad accompagnare i ragazzi durante le corse o anche ‘maratone’ – ormai si chiamano così le lunghe corse che hanno preso il nome della piccola città greca Maratona. I ragazzi ne hanno tratto giovamento e la cosa ha preso piede e dura ancora con soddisfazione dei ragazzi e delle famiglie.
Il ”progetto Filippide” ha messo radici in molte città ed ha raccolto aiuti e patrocini fino a diventare un punto di riferimento per coloro che hanno a cuore la qualità della vita di coloro che hanno bisogni speciali. (progettofilippide.li@libero.it)
E’ nata così la ”Associazione Sportiva Dilettantistica Progetto Filippide Livorno” come naturale filiazione del progetto creato a Roma nel corso dell’anno 2000 per l’impegno di Nicola Pintus.
La dottoressa Malen Tortajada dopo aver assistito ad un allenamento di un gruppo di atleti ed operatori del progetto Filippide penso’ di creare il gruppo anche a Livorno.
Oggi a distanza di molti anni, grazie alla sensibilità di molti amici che ha consentito di partecipare ad innumerevoli maratone, mezze maratone, corse podistiche e manifestazioni sportive varie, la associazione ha voluto fare qualcosa di più e diverso: un libro ed una mostra.
Anziché un trattato sull’autismo e/o le sue implicazioni, la fantasia e la esperienza di Serafino Fasulo hanno scelto la fotografia.
Così ne sono state scattate molte che colgono aspetti della vita quotidiana ed espressioni dei ragazzi, colti da soli con i loro pensieri e sorridenti in gruppo.
Alcune foto giganti sono incorniciate ed appese nella sala Nicola Badaloni della Villa Fabbricotti, -divenuta museo civico- , mentre le altre sono raccolte e pubblicate in un libro : ‘’Noi, Filippide’’, accompagnate con brevi appunti scritti da o con i ragazzi.
Stupenda la prima del gruppo in posizione di partenza nella cornice dello stadio olimpico di Atene.
La mostra è rimasta aperta per sette giorni ed il libro si potrà ricevere sempre chiamando Carla Betti al numero 335 525 0411.
La festa per la ricorrenza è iniziata nel giardino della villa punteggiato di magliette blu abbellite dagli stemmi dei patrocini. Poi tutti nella sala ad ascoltare parole attente e delicate .
E’ stata di certo un’idea nuova che lascia un segno in città e può avvicinare molti a conoscere e partecipare alla iniziativa che finora ha visto un gruppo di volontari. Altri aiuti saranno graditi e necessari
Lo sport, e la corsa in particolare sono forme di attività che per la loro cadenza e il ritmo sono facilmente seguite dai ragazzi che trovano qui una forma per scaricare le diverse tensioni che si accumulano nelle diversissime forme di questa sindrome.
Le fotografie, mezzo di comunicazione universale, hanno stimolato l’attenzione dei ragazzi e stimolato il rapporto fotografo-apparecchio-soggetto ripreso, che è di certo un rapporto/scambio biunivoco.
Questo ci ha detto e spiegato Serafino Fasulo che ne è l’autore e che ha scattato centinaia di foto per giungere a questo risultato.
Dopo un primo periodo di diffidenza le cose sono arrivate al punto che i ragazzi , quando Fasulo si accingeva a scattare foto nelle occaioni più diverse, per cogliere anche atteggiamenti naturali, desideravano essere fotografti e si ponevano addirittura in qualche posa voluta. Le grandi fotografie, poi esposte nella sala, hanno rappresentato un successo agli occhi dei ragazzi che le hanno apprezzate a loro modo, ognuno diverso come sappiamo, e gradito il dono alle famiglie.
Il libro con le moltissime foto o sequenze di foto, e qualche frase spontanea dei ragazzi, rappresenta una forte testimonianza ed una via per avvicinare persone ed aiuti sempre necessari alle associazioni che di volontari che si dedicano a queste forme e comportamenti non ancora spiegabili con i nostri metri.
In questi giorni si svolge a Trento un seminario su economia e robot nello sviluppo della ricerca su AI-intelligenza artificiale-; mi auguro che la ricerca, invero adeguatamente finanziata dalla UE, si estenda alle forme di diversa abilità che tanto incidono sulla qualità della vita di persone con sindrome di autismo e loro familiari. ruggeromorelli@libero.it
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