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26 Dicembre 2024

Aree di crisi della costa, la Confindustria chiede politiche di sostegno flessibili


(Massimo Masiero) Livorno – Prima presa di posizione della Confindustria Livorno Massa Carrara, dopo l’accorpamento territoriale avvenuto recentemente. In un documento si afferma che occorrono politiche di sostegno flessibili per favorire la reindustrializzazione delle zone in difficoltà.
L’area costiera, da Piombino a Livorno e Massa Carrara, – prosegue la nota – è un territorio di crisi nel quale la fase di emergenza economica non si è minimamente attenuata, con conseguenze particolarmente pesanti sul numero di disoccupati. Le aspettative più che legittime di percepire una ripresa dell’occupazione in uno dei territori più colpiti dalla recessione economica stentano a intravedersi, nonostante la piena operatività dell’Accordo di Programma per la Riconversione e Riqualificazione del Polo Siderurgico e la recente approvazione del Piano di Riconversione e Riqualificazione Industriale dell’Area di Crisi Complessa di Livorno.
“Alle due aree di crisi industriale complessa di Livorno e Piombino, si aggiungeranno le aree di crisi industriale non complessa delle zone di Massa, Carrara e Pontremoli, già individuate dalla Regione Toscana e proposte al MISE per la definitiva approvazione- afferma Umberto Paoletti, direttore generale di Confindustria Livorno Massa Carrara. Tutto ciò fa sì che sulla Costa Toscana si possano concentrare risorse importanti, tuttavia occorre un requisito essenziale ancora mancante: l’“aggancio al territorio”. Troppo spesso abbiamo rilevato incongruenze tra le esigenze effettive delle imprese e la programmazione regionale”
“Un esempio per tutti – continua Paoletti – il permanere del requisito essenziale dell’occupazione aggiuntiva nelle misure di sostegno agli investimenti strategici. Come abbiamo già più volte segnalato, per le aree particolarmente in crisi, e quelle di crisi industriale riconosciute, l’unico obiettivo ragionevole concretamente raggiungibile è il mantenimento dei livelli occupazionali. E’ fondamentale, quindi, adeguare la strumentazione agevolativa alle caratteristiche del tessuto produttivo al quale è diretta”.

C’è tuttavia una considerazione che fa riflettere. Nella nota si fa presente che è ancora aperto il bando regionale Protocolli di Insediamento riservato alle aree di crisi complessa, “sul quale al momento non si è registrata un’accoglienza particolarmente calorosa da parte delle imprese, almeno in termini di partecipazione”. Ed inoltre: “Ai quattro progetti presentati alla scadenza del 29 febbraio, dei quali solo uno ammesso a finanziamento, se n’è aggiunto un solo altro presentato e ammesso alla scadenza del 30 giugno per l’area di crisi di Piombino”.
“La reindustrializzazione dei territori – afferma Paoletti – deve avvenire sostenendo i progetti migliori, tuttavia la rigidità nello stabilire elevate soglie di accesso alle misure di incentivo, imponendo rigide griglie di indicatori, rischia di essere un criterio inadeguato, tale da escludere dalla valutazione e quindi dalle opportunità di finanziamento, progetti meritevoli e interessanti”.
“Occorre un approccio negoziale maggiormente idoneo rispetto a una applicazione standardizzata di indicatori, soprattutto quando l’obiettivo è quello del rilancio delle aree di crisi industriale. Naturalmente tutto questo è sostenuto con l’intento costruttivo di “massimizzare” i risultati delle importanti risorse messe in campo e di contribuire a fluidificare l’attuazione degli strumenti in tema di politiche di sostegno – conclude Alberto Ricci, Presidente di Confindustria Livorno Massa Carrara – Apprezziamo l’impegno della Regione Toscana e anche il lavoro svolto per la modifica del Jobs Act a vantaggio delle aree di crisi nelle quali sono in atto progetti di riconversione industriale. C’è quindi uno slancio positivo dell’Amministrazione regionale che, però, inserendosi in un contesto instabile, richiede maggior determinazione e tutto l’impegno possibile perché sia consolidato con scelte più adeguate per il futuro, con segnali univoci, coerenti, incisivi e soprattutto in linea con le esigenze manifestate dalle attività produttive”.