Violenza di genere, Sarti: “Illuminare le teste, non le strade”
27 Ottobre 2023
(Marco Ceccarini) Firenze, 27 ottobre 2023 – “Non c’è giorno che una donna non venga uccisa dal marito, ex compagno, amante: sono infatti più o meno 350 le vittime di femminicidio all’anno. Quando sento queste notizie mi domando sempre quali possano essere stati i primordi di questa tragica formazione dell’individuo. Ma che infanzia hanno avuto questi maschi? Quali messaggi sono giunti loro nei primi anni di vita, quelli che contano indelebilmente per la formazione della personalità? Quali esperienze e tirocini sono mancati nell’educazione in famiglia? Forse sono stati maschi cui tutto era dovuto, cui era permesso di decidere tutto: quando dormire, quando mangiare, come vestirsi, se uscire o no, se studiare o no, se obbedire o no. Che scalciavano irosamente contro la madre e il padre se solo provavano a negargli qualcosa. Quale educazione ha contribuito a sviluppare questo smisurato egocentrismo e senso di onnipotenza, fino al punto estremo di potersi sentire arbitri supremi e poter decidere della vita altrui? In questi uomini è mancata totalmente l’educazione al controllo delle proprie pulsioni, alla consapevolezza di non essere “proprietari” della propria compagna”.
Così inizia l’analisi che il pediatra e scrittore, ex consigliere regionale di Sì Toscana, Paolo Sarti, ha pubblicato sul Corriere Fiorentino lo scorso 25 ottobre.
Sarti evidenzia che, naturalmente, queste sono analisi complesse, che non possono essere né semplificate né banalizzate con risposte affrettate perché “sono tanti i fattori che entrano in gioco nella formazione degli individui”. Però un allarme lo lancia: “Dal mio osservatorio privilegiato (quarant’anni e più di professione pediatrica), ho avuto modo di vedere centinaia di mamme, troppe, quasi annientarsi nel figlio maschio, divenendone complici, pronte ad assolverlo su tutto, quasi ammirate dalla sua strafottenza e intolleranza, col rischio sempre presente di allevare, pur senza rendersene conto, uomini egoisti, individualisti, irresponsabili, anaffettivi”.
Sarti nel suo intervento contina: “Ne ho visti a migliaia, nella realtà di tutti giorni, di bambini maschi che trattano così le loro madri. E per i padri la colpa primaria è quella di non esserci, o di esserci troppo poco. Oppure, quando invece sono presenti, con i loro comportamenti, gesti, commenti, spesso non fanno che ribadire il pessimo modello del maschio prevaricatore su cui si sono a loro volta formati. Insomma, maschi completamente sbagliati: la violenza alle donne si combatte prima di tutto allevando bambini diversi, migliori, capaci di affettività e condivisione”.
L’esortazione che lancia Sarti è che ‘chi è autore’ e responsabile di questa formazione deve fare autocritica, cambiare rotta, correggere le inefficienze: i risultati che abbiamo oggi davanti sono disastrosi!”.
Per proteggere le donne, secondo Sarti, “non serve aumentare i lampioni che illuminano strade e parchi”, come viene proposto: serve illuminare la testa degli uomini e questo lo si ottiene solo con l’educazione e la cultura. Spetta ai genitori la parte più significativa dell’educazione, in particolare quella all’affettività.
“Questo lavoro di smantellamento dei pregiudizi, degli stereotipi, del sessismo inconscio e della misoginia deve iniziare dai primi anni di vita dei bambini! Anche la scuola ha le sue evidenti responsabilità: l’educazione all’affettività e alla sessualità è più o meno inesistente nei suoi programmi (spesso anche per l’opposizione delle famiglie)”, scrive Sarti. “E nel contempo perché nei suoi contenuti, nei suoi modi di organizzarsi, nella scelta dei libri di testo, troppo spesso si appoggia su modelli maschilisti, ben lontani dalla cultura di parità di genere. Poi la società tutta (con i mass media, i rappresentanti politici, i personaggi più o meno famosi) che ogni giorno permette che si possano offendere pesantemente e pubblicamente le donne. Oltre l’atto già grave di per sé, il rischio è che si forniscano ulteriori alibi, giustificazioni e coperture a chi, per mancanza di educazione e cultura, continuamente rischia di degenerare, passando dalla mancanza di rispetto all’azione violenta. È estremamente difficile scuotere i genitori sul fatto che si debbano modificare le fondamenta dell’educazione dei maschi, fin da piccoli, perché possano diventare portatori di gentilezza, premura, sensibilità, cura … e non solo muscoli!”.
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