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26 Dicembre 2024

Grandi Molini, confermati i trenta licenziamenti: chiusura incomprensibile


Livorno – 27 febbraio. Fumata nera per la questione della Grandi Molini Italiani. Nel corso della riunione che si è tenuta questa mattina in Regione alla presenza del Consigliere per il lavoro del Governatore Gianfranco Simoncini, dell’assessore comunale alle Attività produttive, Francesca Martini, del Segretario generale dell’Autorità portuale, Massimo Provinciali, e delle rappresentanze sindacali nazionali, territoriali e di categoria, i vertici dell’azienda, rappresentati da Massimiliano Malnati, hanno ribadito la loro intenzione di proseguire con il piano dei licenziamenti e di non ricorrere agli ammortizzatori sociali.
Una chiusura totale da parte dell’azienda, nonostante il tentativo di mediazione compiuto dalle istituzioni, che hanno chiesto all’Autorità portuale di Livorno di attivare immediatamente le procedure per la progettazione dei lavori di ristrutturazione della banchina utilizzata da Grandi Molini.
“Un atteggiamento incomprensibile da parte della proprietà, che va contro gli accordi precedenti – ha sottolineato Simoncini – ed è ingiustificato, vista la possibilità di ricorrere a ben due anni di ammortizzatori sociali. Non si comprende perchè si vogliano licenziare trenta lavoratori, che peraltro si vorrebbe successivamente, in gran parte, riassumere quando vi è la possibilità di utilizzare la cassa integrazione senza far pesare su di essi un così pesante costo sociale”.
“Siamo di fronte a una presa di posizione grave e irragionevole – ha commentato l’assessore comunale Francesca Martini – Qui c’è un’azienda, che occupa una posizione strategica sul canale e ha un uso esclusivo della banchina, che decide unilateralmente di chiudere lo stabilimento di Livorno senza tenere conto delle ripercussioni sula vita di 30 lavoratori e delle loro famiglie. Grandi Molini non ha nemmeno preso in considerazione l’ipotesi di ricorrere alla cassa integrazione speciale prevista per le aree di crisi perché, con la nuova disciplina introdotta dal Jobs act, potrebbe diventare più conveniente assumere nuovo personale nel momento stesso in cui lo stabilimento riprenderà l’attività, piuttosto che tutelare gli attuali dipendenti. Siamo di fronte a un’assurdità normativa”.
Istituzioni e sindacati hanno rinnovato l’appello a Grandi Molini a fare un passo indietro su questa scelta, attivare gli ammortizzatori sociali e ritirare la procedura di mobilità. Fin qui l’informazione da parte del Comune.
Anche la Regione ha preso posizione. “Preliminarmente – informa una nota – si è preso atto che, a seguito delle integrazioni fornite da Grandi Molini Italiani sulle prospettive di utilizzo della banchina e dello stabilimento dopo il 2020, ci sono le condizioni affinché l’Autorità portuale di Livorno possa immediatamente attivare le procedure per l’assegnazione della progettazione sulla ristrutturazione della banchina utilizzata dall’azienda.
Si è inoltre preso atto che vi sono ammortizzatori sociali che potrebbero essere utilizzati, per un periodo non breve, in modo da garantire il rapporto di lavoro dei dipendenti Grandi Molini Italiani e Promolog nella fase di calo delle attività legate al piano aziendale e successivamente ai lavori di realizzazione della banchina.
“Pertanto sindacati e istituzioni – prosegue la nota della Regione – hanno ribadito la richiesta alle aziende di ritirare la procedura di mobilità e attivare gli ammortizzatori sociali utilizzabili. Da parte delle organizzazioni sindacali è stata manifestata la disponibilità ad affrontare, a seguito dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, il tema dei livelli occupazionali, anche con l’utilizzo di mobilità volontarie e incentivate, ribadendo comunque l’indisponibilità a concordare su procedure di mobilità collettiva. L’azienda ha ribadito la propria posizione, con la decisione di proseguire all’attuazione dei licenziamenti, pur dichiarandosi disponibile a un confronto con i sindacati sul numero degli esuberi. Ma ha ripetuto di non essere disponibile a utilizzare gli ammortizzatori sociali, e ha fatto presente che a seguito della ripresa dell’attività vi potrebbe essere la possibilità di riassumere parte dei lavoratori. Istituzioni e sindacati, ritenendo la posizione aziendale non coerente con il percorso fin qui seguito e peraltro difficilmente comprensibile visti gli strumenti di tutela dei lavoratori attivabili, hanno formalizzato la richiesta di un ripensamento sulle posizioni aziendali”.
Istituzioni e sindacati hanno chiesto all’Autorità Portuale di Livorno di avviare la procedura per la progettazione dei lavori della banchina nei tempi più rapidi possibili.
Sarà riconvocato in sede amministrativa il tavolo sulle procedure di mobilità, occasione in cui istituzioni e sindacati auspicano che l’azienda modifichi le proprie posizioni. Su richiesta delle parti il tavolo regionale potrà comunque essere riconvocato nei tempi più rapidi possibili.