Livorno. Porto e Piattaforma Europa: meno polemiche e più sistema
23 Giugno 2017
(Massimo Masiero) Livorno, 23 giugno. “Il porto di Livorno era pronto per partire, ma il ministero delle Infrastrutture ha deciso d’intervenire e adesso siamo in fase di project rewiew”. Lo ha fatto rilevare stamani il governatore della Toscana, Enrico Rossi, nel suo intervento nel salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio all’assemblea della Confindustria. Lo ha detto dopo che aveva accennato allo scalo di Piombino, già partito da tempo, dove i soldi li ha messi la Regione. Un “sassolino” lanciato in uno stagno, quello livornese, dalle acque già agitate in questi giorni con la “disputa” tra il sindaco pentastellato di Livorno Filippo Nogarin, che è ricorso al Tar per non essere stato inserito, come altri colleghi sindaci (tra cui quello di Civitavecchia), nel nuovo “comitato portuale”, che per legge prevede alcune specifiche particolarità tecniche, dal presidente dell’Autorità del Sistema Portuale dell’Alto Tirreno (Livorno-Piombino in primis), Stefano Corsini, il quale ha tentato di acquietare il primo cittadino infuriato cercando di smussarne la rabbia per l’esclusione. Quale sarà il risultato ottenuto si vedrà in seguito. Intanto ha ipotizzato al 2022 la realizzazione della futura Piattaforma Europa. Il timore di altri è che l’aprirsi di una lunga vertenza legale possa bloccare l’iter, già non breve, della realizzazione del progetto. Per realizzarlo serviranno 804 milioni di euro. 504 milioni saranno impegnati nel project financing; 326,7 milioni dei quali a carico del privato. Il pubblico dovrà investire complessivamente 477 milioni di euro: 177 del progetto di finanza, più altri 300 per interventi vari (dighe foranee comprese). C’è da dire che gli investitori volenterosi prima di metter mano al portafogli si aspettano pace sulle banchine e garanzie di quieti rapporti tra istituzioni locali.
La questione è essenziale anche perché vi sono altri problemi urgenti che bussano alle porte. Primi tra tutti le richieste dei sindacati Cgil, Cisl, Uil che in un documento hanno sollecitato iniziative concrete su occupazione e investimenti sul territorio, dichiarato “area di crisi complessa”, prospettando uno sciopero generale. Hanno chiesto la convocazione degli “stati generali sul lavoro”, annunciati dal sindaco da tempo, ma finora in lista d’attesa; hanno espresso preoccupazione per la situazione dei bacini per le riparazioni navali, già comparto tradizionale per la zona, inutilizzati da anni e da rendere al più presto operativi, che possono creare posti di lavoro; hanno ricordato che, di fronte ad uno stabilimento Azimut-Benetti in espansione con commesse di yachts da oltre cento metri, mancano a Livorno profili di alte e medie specializzazioni con il rischio di dover rinunciare ad assunzioni importanti di personale e con lo spettro che il gruppo cantieristico trasferisca altrove parte degli impianti. Una pronta risposta è giunta dalla Regione. L’assessore all’istruzione, formazione e lavoro, Cristina Grieco, in uno dei fitti convegni e incontri d’analisi varie, ha detto, chiaro e tondo, ad imprenditori e esponenti delle istituzioni, che è il momento di fare sistema, garantendo il sostegno della Regione. In sostanza è tempo ormai di rimboccarsi le maniche, collaborare sulle immediate necessità locali, investire e cercare di remare tutti insieme nell’unica direzione possibile, quella della ripresa. In parallelo è importante che scuola e aziende continuino ad ascoltarsi perché i giovani possano conoscere il mondo delle imprese e scegliere il loro futuro per tempo. Come lo è l’organizzazione di corsi di formazione professionale, in tempi brevi, per il reinserimento al lavoro di coloro, che lo hanno perso in questi anni di crisi. masierolivorno@gmail.com
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