Appropriazione indebita e autoriciclaggio: otto persone denunciate
25 Luglio 2017
Livorno, 25 luglio. Un’altra operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, con il coordinamento del ten.col. Maurizio Querqui, su ordine della Procura della Repubblica. I finanzieri hanno eseguito questa mattina, a seguito di un decreto del Gip del Tribunale di Livorno, Fabrizio Nicoletti, il sequestro preventivo di beni, collegato a fatti di appropriazione indebita aggravata e autoriciclaggio di capitali illeciti. Lo rende noto un comunicato della Guardia di Finanza.
Il provvedimento si inserisce nel medesimo contesto investigativo che aveva portato all’esecuzione, nel mese di maggio scorso, del primo sequestro preventivo disposto dallo stesso Gip del tribunale labronico per i reati di bancarotta fraudolenta per distrazione e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, commessi da cinque soggetti, tra loro legati da vincoli di parentela.
In particolare, erano stati sottoposti a vincolo cautelativo circa 370 mila euro in denaro contante, di cui 14 mila rinvenuti nelle abitazioni degli indagati e circa 350 mila euro contenuti in due cassette di sicurezza. Le somme erano il frutto di distrazioni per circa 200 mila euro avvenute dalle casse di due società fallite operanti nel settore delle costruzioni edilizie.
Le successive investigazioni di p.g., dirette dal P.M. Dott. Massimo Mannucci, sviluppate dai militari delle Fiamme Gialle distaccati presso la Sezione di P.G. della Procura di Livorno, hanno consentito di appurare ulteriori fatti illeciti, commessi mediante l’utilizzo di altri tre persone (due con sede a Livorno e uno in provincia di Pisa), sempre operanti nel settore immobiliare e dell’edilizia, con il coinvolgimento a vario titolo di otto persone residenti a Livorno (A.S., L.S., P.S., C.B., G.P., L.C., L.Z. e A.M.), quattro delle quali già indagate nella prima fase delle indagini.
Più in dettaglio, tra il 2014 e il 2015, A.S e L.Z., rispettivamente amministratore e socio di una delle società livornesi, avevano prelevato circa 140.000 euro dalle casse societarie per acquistare all’asta giudiziaria del Tribunale di Livorno, un appartamento che, appena intestato a L.Z., veniva rivenduto a terzi al prezzo di 195.000 euro, con versamento, nel mese di dicembre 2015, del relativo corrispettivo su un conto corrente della stessa L.Z., appropriandosi così di somme di denaro della società.
Parte di tale somma, circa 87mila euro, veniva utilizzata dagli stessi due indagati per compiere operazioni economiche e speculative di autoriciclaggio, in quanto, nel mese di novembre 2016, veniva emesso un assegno per l’acquisto, nell’ambito di altra procedura esecutiva pendente sempre presso il Tribunale labronico, di un’ulteriore unità immobiliare ubicata a Livorno, subito messa in vendita sul mercato al prezzo di 165.000 euro.
Ulteriori operazioni dello stesso genere pari a 78.000 euro, sono state commesse, in concorso tra loro e a vario titolo, dagli otto indagati, che erano amministratori di fatto, di diritto o soci delle tre società, e intestatari di conti correnti. Essi agivano utilizzando fittizie causali, tra cui il “rimborso finanziamento soci” o “compravendita non andata a buon fine”, solo per giustificare somme di denaro da distrarre dalle società e da utilizzare per scopi estranei all’attività di impresa.
Pertanto il Gip ha disposto, in connessione alla condotta di autoriciclaggio, il sequestro preventivo dell’unità immobiliare acquisita all’asta, in quanto profitto del reato del valore di 165 mila euro), ad un garage e quote sociali per un valore di 30 mila euro.
L’operazione si caratterizza per l’attività incisiva che la Guardia di Finanza sta svolgendo nell’intero territorio livornese per reprimere, tutta una serie di contesti criminali di maggiore gravità, con una sistematica individuazione dei patrimoni accumulati illecitamente e frutto di reati economico – finanziari, accertati con il Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Livorno.
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