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22 Novembre 2024

Alcide De Gasperi: un democratico, un europeista


(Gianni Giovangiacomo) Livorno, 25 maggio 2018. Con il saluto della dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Anna Pezzati, si è aperto l’incontro per la presentazione del libro di Giuseppe Matulli: “Alcide De Gasperi. Quando la politica credeva nell’Europa e nella democrazia”. L’iniziativa era stata presa dal Circolo Acli Aldo Moro e dal Circolo “Il Centro”, il cui presidente, Enrico Dello Sbarba, ha sottolineato come molti giovani studenti abbiano seguito con grande interesse la mostra su De Gasperi che si teneva nello stesso locale della conferenza, piazza Vigo ex Provveditorato agli Studi, e ha messo in rilievo la coincidenza dello studio su De Gasperi che avveniva, purtroppo, nel giorno del 40° anniversario dell’assassinio di Aldo Moro ad opera delle BR. Moderatore dell’incontro è stato il giornalista del “Tirreno”, Mario Neri, che ha evidenziato che nei momenti di crisi istituzionale, come quella che stiamo attraversando, si dovrebbe applicare “il senso di responsabilità democratica” che fu tipico di Alcide De Gasperi. Marco Taradash, esponente radicale poi Consigliere regionale di Forza Italia, ha subito evidenziato che tra la democrazia rappresentativa e la democrazia diretta, predicata oggi dal Movimento 5 stelle e Lega, De Gasperi ha sempre scelto la democrazia rappresentativa. Venendo al libro, Taradash ha chiarito che esso mette in risalto tutti “i contrasti” che De Gasperi dovette affrontare come quello della legge sul premio di maggioranza che scatenò le ire del partito comunista. La sua lunga storia si è basata sulla teoria del compromesso fondato sempre sulla libertà politica e sulla economia liberista di Einaudi che tendeva ad impedire l’inflazione e che puntava al pareggio di bilancio. De Gasperi -ha continuato Taradash- oppositore del fascismo maturò la propria cultura come bibliotecario in Vaticano e, in seguito, la sua azione fu quella di adeguare la realtà ai rapporti di forza esistenti. Tra i contrasti vi fu anche quello con Pio XII°, ma fu sempre un cattolico vero e sincero che ha creduto nella democrazia parlamentare, quindi una persona diversa da quelle che stanno prendendo piede ora. E’ stata poi la volta di Claudio Frontera, comunista e già presidente dell’Amministrazione Provinciale livornese, che ha detto che De Gasperi, “protagonista della storia della Repubblica, appartiene a tutti i democratici”. Più che statista, che è un termine che non mi piace -ha ammesso Frontera- De Gasperi fu “un grande e compiuto uomo politico”. Nelle elezioni del 1948 avvenne una grande battaglia democratica e i comunisti accettarono la sconfitta e insieme ai democratici cristiani garantirono” il sistema democratico italiano”. De Gasperi fu il protagonista di scelte giuste: la Costituzione, il riconoscimento del valore della libertà, lo sviluppo economico, l’Unione Europea. Si adoperò per la ricostruzione dell’Italia e potremmo definire De Gasperi -ha aggiunto Frontera- come l’esponente di “una idealità ricostruttiva”. Matulli ci dà una visione di De Gasperi che ci porta a ripensare all’oggi riconsiderando le sue sfide, ha difeso “l’autonomia politica” e qui si può fare un parallelismo con Togliatti. La sua componente etica è indubitabile: un’etica dettata dalle convinzioni, un’etica della responsabilità che si preoccupa delle conseguenze politiche che egli assunse in ogni frangente. L’ingegner Francesco Butini ha messo in rilievo alcuni spunti originali del libro, ad esempio l’argine che De Gasperi mise verso la destra italiana non democratica, fu lui a scegliere l’America prima che fosse l’America a sceglierlo, costruttore dello stato democratico fu assertore della laicità politica dei cattolici, seppe recuperare le radici nazionali del paese e fu espressione di una coscienza europea. La sua grandezza è nell’aver vissuto il dramma del ‘900, sia nel privato che nel pubblico, con una grande sofferenza. L’autore del libro, Giuseppe Matulli, già parlamentare DC, sindaco di Marradi e vice sindaco di Firenze, ha detto che il suo è stato un tentativo di capire “la lezione” di De Gasperi, la sua attenzione “al ruolo del popolo” nel dinamismo storico, uomo della liberà ma non liberale, trova una garanzia nelle strutture statuali, si prodiga per la pace e lo sviluppo. Etica politica e senso di responsabilità sono stati i cardini della sua azione storica, quando propose un referendum che potesse risolvere il problema dell’Alto Adige. Tra i successivi interventi, Massimo Bianchi ha sottolineato l’importanza della figura di Giuseppe Saragat, Mario Lorenzini ha citato Mons. Nunzio Galantino, Segretario della Conferenza Episcopale Italiana che durante un suo intervento mise in evidenza l’attualità di De Gasperi nel “decennio più eroico della storia italiana”, Giorgio Kutufà ha invece esaltato la figura di De Gasperi e quella di Moro per il loro “senso dello Stato” di cui invece si imputa la mancanza ai cattolici e Giuseppe Franceschi ha rilevato che l’opera di Matulli è ricca di “intuizioni” che superano le normali biografie e che invece sono degne di uno storico. (Nella foto, De Gasperi alla conferenza di Pace di Parigi)