Anche a Livorno il covid allontana il pubblico, il cinema rilancia con le pellicole dei grandi festival
18 Gennaio 2022
(Donatella Nesti) Livorno, 18 gennaio 2022 – ‘Se Atene piange, Sparta non ride’ rivedendo la metafora potremmo dire se il teatro piange il cinema non ride. Il grido di dolore è ormai un ritornello, anche a Livorno, perché nonostante nelle sale vengano distribuite pellicole accattivanti provenienti dai più importanti festival del cinema, il pubblico, impaurito dalla pandemia ed impigrito dalla imponente distribuzione delle piattaforme streaming, diserta le sale anche se è bene dirlo, niente potrà mai sostituire uno spettacolo al teatro o una proiezione sul grande schermo con la sala silenziosa e cellulari spenti. I film ci sono, le sale sono aperte, ma mancano spettatori e guadagni.
Così il comparto si è spaccato in due c’è chi ritira i film ma c’è la resistenza di coloro che spronano i colleghi a tenere duro, come per esempio l’ad di Vision Distribution Mario Orfei che conferma l’uscita di ‘America Latina’, il nuovo film dei fratelli D’Innocenzo presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia «Non dobbiamo perdere la lucidità ma crederci fino in fondo», spiega, «non possiamo permetterci di rinunciare e aspettare…che cosa, poi? I ragionamenti commerciali devono cedere il passo a una strategia di sistema coraggiosa».
‘America Latina’ dei fratelli D’Innocenzo autori de ‘La terra dell’abbastanza’ e ’Favolacce’ è ambientato a Latina: paludi, bonifiche, centrali nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti è il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile, pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità, la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita. Quello che vediamo scorrere sullo schermo è un fatto reale o il frutto della mente malata del protagonista, è un incubo di cui non ricorda più l’origine o le conseguenze di un ignobile comportamento? Un angoscia crescente con fotogrammi accuratissimi e l’interpretazione perfetta di Elio Germano.
La dichiarazioni del fratelli registi D’Innocenzo: ”Abbiamo scelto di raccontare questa storia perché, semplicemente, era quella che ci metteva più in crisi. In crisi come esseri umani, come narratori, come spettatori. Una storia che sollevava in noi domande alle quali non avevamo (e non abbiamo nemmeno a film ultimato) risposte che non si contraddicessero l’un l’altra. Interrogarci su noi stessi è la missione più preziosa che il cinema ci permette e America Latina prende alla lettera questa possibilità, raccontando un uomo costretto a rimettere in discussione la propria identità. Essendo gemelli anche i nostri due film precedenti raccontavano storie di famiglie, di senso di appartenenza, di sangue, ma non ci eravamo mai addentrati così a fondo nel tema e abbiamo scelto la via a noi più rischiosa: la dolcezza. La dolcezza e tutte le sue estreme conseguenze. America Latina è un film sulla luce e abbiamo scelto il punto di vista privilegiato dell’oscurità per osservarla”.
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