Antonella Panza e la ribellione delle donne
31 Luglio 2017
(Ruggero Morelli) Livorno, 30 luglio. Al medico che le chiese se aveva partorito Antonella rispose: “Si un maschio”. Allora il medico le disse: “Brava!”
Fu così che Antonella iniziò a riflettere su quella risposta e sulla sua bravura “inesistente” e sulla differenza sul partorire una bambina.
I racconti che ha scritto nei due volumi(La rivolta delle brave bambine e Ingannevoli apparenze, edizioni del Boccale) e ci parlano di famiglie normali, di rapporti tra genitori e figli, di anziani da curare e di soprusi sopportati per anni, di offese gratuite per superficialità e di ipocrisie deludenti.
A molte di queste situazioni alcune brave bambine, in effetti donne adulte ed anche anziane, si sono ribellate. E così i finali dei vari racconti sono imprevedibili e noi lettori li accogliamo con piacere.
Nel presentare la serata mi sono ricordato che un nostro concittadino già nel 1830 aveva sentito la necessità di parlare della relazione uomo donna per denunciare comportamenti e criteri del tutto inadeguati. Ecco che cosa scrisse: “Il nostro Carlo Bini nel 1830 scrisse sulla donna, nell’atto unico Forte della Stella (dove era recluso) …e credete pure che l’idea di proprietà, che gli uomini si sono fitti in testa, di possedere la donna come si possiede un pappagallo, è una prepotenza tutta nostra, derivata dalla forza brutale, e non dal diritto. La donna è libera come l’uomo – ha le medesime facoltà – e fra lei e lui esiste solo una leggera differenza di organismo”. “Il contratto nuziale è regolato, come tutti i contratti, da un interesse reciproco…quando l’uomo non ama più la donna, né la donna più l’uomo, cade l’interesse per cui si erano congiunti. Poiché l’amore reciproco può venir meno, il contratto nuziale, stabilito in perpetuo è contro natura”.
“L’uomo e la donna devono potersi separare e riprendere ciascuno la propria libertà, e sarebbe preferibile che potessero farlo col consenso generale, anziché nell’ipocrisia e nel nascondimento, come avviene”.
Proseguendo la serata parlando dei libri di Antonella Panza abbiamo ricercato le origini della diversità voluta tra uomini e donne. Antonella ha citato il reato di stupro e la riparazione col matrimonio che estingueva il reato non solo allo stupratore ma anche ad eventuali correi; e poi ha citato i contratti per le portiere dei condomini che consentivano un risparmio del 35 per cento fino a poco tempo fa. Ed allora mi sono permesso di ricordare che nonostante l’impegno delle suffragette ed il voto alle donne del 1946 il reato di adulterio -che si applicava soltanto alle donne- è stato dichiarato incostituzionale nel recente 1971 ed è stato un argomento della campagna per il divorzio. Insieme abbiamo accennato ai processi per violenza sulle donne che solo di recente sono stati qualificati come violazione di un diritto secondo la legge del giugno 2013. Non è mancato un riferimento a Lucrezia Cornaro, prima donna laureata al mondo nel 1672 a Venezia dopo una battaglia lunga contro la chiesa che lo proibiva alle donne – vedi Illuminata di Patrizia Carrano – ed un altro riferimento a Artemisia Gentileschi, grande pittrice, che negli stessi anni lottò per avere giustizia da uno stupro nonostante il comportamento del padre.
Per terminare Antonella ha letto due brani e quindi ce ne siamo andati convinti che la battaglia per una vera uguaglianza dovrà proseguire. ruggeromorelli@libero.it
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