Autonomia differenziata, il costituzionalista Rossi a Livorno: “Non scevra da contraddizioni”
22 Ottobre 2023
(Angela Simini) Livorno, 22 ottobre 2023 – Invitato dall’Associazione culturale Il Centro e dalla Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari) sezione di Livorno, il professor Emanuele Rossi, ordinario di Diritto costituzionale presso la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e presidente del Conservatorio di Stato di Livorno, ha sostenuto una conferenza chiarificatrice su un argomento di grande interesse, l’autonomia regionale differenziata, presso la sala conferenze della Banca di Castagneto Carducci a Livorno.
Il docente ha illustrato il tema complesso e non scevro di contraddizioni, sotto un profilo tecnico-scientifico con grande chiarezza, sua qualità peculiare. Rossi è entrato subito nel vivo dell’argomento spiegando che la richiesta di ottenere ulteriori forme e condizioni di autonomia da parte delle regioni a statuto ordinario risale al 2001 ed è proseguita con le variazioni del caso negli anni successivi, sostenuta da tutti i governi in carica. Nel 2017 Lombardia, Emilia Romagna e Veneto hanno intrapreso iniziative per il riconoscimento di forme di ulteriore autonomia prevista dall’ articolo 117 . Il Ddl presentato dal ministro Carderoli (già presente nel progtamma elettorale del Centrodestra) prevede che la legge ordinaria possa attribuire alle regioni “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” sulla base di un’Intesa fra lo Stato e la regione interessata ( articolo 116 terzo comma). Le richieste delle regioni vertono su un paniere di 23 materie elencate nell’articolo 117 e un ulteriore numero di materie riservate dallo stesso articolo 117 (secondo comma) alla competenza legislativa esclusiva dello Stato:
organizzazione della giustizia di pace; norme generali sull’istruzione; tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
E qui entra in gioco un complicato iter per l’attribuzione della scelta tra tali materie alla competenza della regione richiedente. Un iter che prevede un’intesa tra Stato, Regione, Enti Locali, Ministro degli Affari Regionali e Parlamento.
La Corte dei Conti aveva preteso inoltre che le regioni definissero i livelli civili, sociali e la spesa, compresa quella che la regione può sostenere. Successivamente si va a chiedere allo stato. Ed è ovvio, perché se lo Stato approva la richiesta e la regione non ce la fa a sostenerla,lo Stato deve intervenire. “Ci vuole – ha sostenuto ancora Rossi – una cabina di regia per definire i livelli essenziali delle prestazioni e i livelli dei bisogni essenziali, i cosiddetti Lep”. La cabina di regia ha un anno di tempo per operare, ma , trascorso questo tempo, sarà nominato un commissario che entro 30 giorni dovrà portare a termine i lavori. Una volta che si è arrivati in porto la durata delle modifiche e dei provvedimenti dovrà durare almeno 10 anni, possibilmente rinnovabili. “Il rischio-ha commentato Rossi- è che si abbia un’Italia a macchia di leopardo”
Un iter del genere ha fatto pensare a tutti i presenti in sala che sarà difficile arrivare in porto. Ma a suscitare l’ilarità generale sono state le finalità di tale decreto di cui Rossi ha dato lettura “ Favorire la sburocratizzazione , semplificare e accelerare i processi!
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