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22 Dicembre 2024

Caccia, preapertura con divieti alle specie acquatiche e al merlo


Firenze, 29 agosto – Inizia sabato 2 e domenica 3 settembre l’attività venatoria in Toscana. Il programma tuttavia ha subìto alcune limitazioni a causa degli incendi, che hanno colpito la regione. Pre-apertura della stagione quindi, ma con divieto di sparare a germani reali, alzavole, marzaiole e merli. Si calcola che siano 75mila i cacciatori toscani, età media sessantasei anni, in costante diminuzione dal 1995 quando erano 150mila. Tremila in meno dal 2016. La Toscana rimane tuttavia, con l’Umbria, la prima regione con il più alto numero di cacciatori rispetto alla densità della popolazione. Si potrà sparare fino alle 14 e non, come in passato, alle 19. “Non si può dichiarare lo stato di calamità per la siccità e poi non tener di conto anche delle sofferenze degli animali”. Ha commentato il presidente della Toscana Enrico Rossi. Lo ha deciso questa mattina la giunta, che ha approvato tutta una serie di provvedimenti proposti dall’assessore all’agricoltura Marco Remaschi riguardanti il mondo venatorio. Tra questi il regolamento unico regionale che sostituirà i novantuno diversi testi (48 in vigore e 43 in via di approvazione) che risalivano al 1 gennaio 2016, quando la caccia era di competenza delle province, poi trasferita alla Regione. A breve sarà approvato anche un piano faunistico unico. La caccia al germano, all’alzavola e alla marzaiola – uccelli acquatici – è stata sospesa a causa della siccità dell’estate. Era già accaduto nel 2003 e nel 2012, anni di particolare siccità. Due i motivi del provvedimento: aiutare la conservazione della specie per i pochi bacini esistenti e specchi di acqua allagati dove quest’anno gli animali saranno costretti a concentrarsi e razionalizzare l’uso del prezioso liquido, poiché la caccia era consentita anche in invasi allagati artificialmente e quindi sarebbe stato necessario utilizzarne in grande quantità per colmarli. Sabato 2 settembre si potrà sparare alla tortora africana e al colombaccio. A questi la Regione ha aggiunto, come in passato, cornacchie, gazze e ghiandaie, ovvero quei corvidi dannosi per le covate, con popolazioni in eccesso e per cui, anche a caccia chiusa, spesso vengono organizzate battute stabilite per contenerne lo sviluppo. Per gli stessi motivi sarà consentita, in deroga, la caccia agli storni, che provocano danni alle coltivazioni di uva ed olivi. Domenica 3 si potrà sparare invece solo ai corvidi e agli storni, specie considerate “nocive”: caccia vietata in questo caso a tortora e colombacci. La stagione venatoria vera e propria inizierà il 17 settembre e si concluderà il 31 gennaio: limitatamente ad alcune specie partirà ad ottobre o novembre oppure si concluderà anticipatamente, come è già accaduto negli anni passati. La giunta ha approvato anche una delibera che riguarda il prelievo selettivo della specie muflone nei comprensori della provincia di Livorno e Lucca.
La sospensione della caccia alle specie acquatiche e al merlo è stato l’esito di un compromesso scaturito da un confronto ragionato e attento. Lo hanno sottolineato il presidente della Toscana e l’assessore agricoltura e caccia. In sostanza è stato raggiunto un compromesso tra chi chiedeva di sospendere la stagione venatoria e chi invece era dell’avviso che non si dovesse prendere alcun provvedimento. Il risultato raggiunto è stato il frutto di una “ragionevole mediazione”.
Doppia la tassa di concessione e anche un corrispettivo per gli ambiti di caccia a cui si iscrive chi spara, nella regione o fuori regione. La tassa regionale è di 23 euro l’anno, ridotta nel 2014, mentre a favore drllo Stato è di 173 euro. Per il primo Atc di residenza venatoria, l’ambito territoriale di caccia, si pagano in Toscana 100 euro e 50 per gli eventuali altri ambiti. Sono venticinquemila quelli che ne scelgono almeno due. Le risorse servono a finanziare le attività di ripopolamento e anche l’indennizzo dei danni provocati dalla fauna alla coltivazioni. Il 10 per cento, dal 2016, è destinato al finanziamento della spesa per la polizia provinciale, che ha competenze specifiche anche per la tutela del territorio, la lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del bracconaggio e allo sfruttamento degli animali.