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21 Dicembre 2024

Alberto Barachini (particolare di foto tratta dal profilo Facebook)

Caso Tirreno, Barachini: “Soluzione positiva importante per la Toscana”


(Sandro Lulli) Livorno, 19 dicembre 2024 – Alberto Barachini, 52 anni, pisano, laureato in Lettere moderne con 110 e lode nell’ateneo all’ombra della Torre Pendente, nonché ex collaboratore della redazione pisana de Il Tirreno nel lontano 1994, prima di passare a Mediaset, Tg4, è uno tra quelli a cui il quotidiano livornese di viale Alfieri sta a cuore.

Stamani ha chiamato. Perdipiù può dare una mano concreta perché è Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria. Tant’è che in questi mesi si è sentito spesso con i vertici della Sae e stamani ha anche effettuato una “call” con i rappresentati della Rsu del giornale per avere un quadro della situazione, dopo l’accordo che ha scongiurato il trasferimento dei 35 in Sardegna.

Situazione delicata. “Sulla vostra vicenda – ha commentato Barachini – lavoro da tempo. L’accordo raggiunto lunedì scorso tra proprietà e sindacati è una buona cosa perché è stata tenuta la sede operativa a Livorno, ma non nascondo il fatto che la situazione è molto delicata e dovrà essere monitorata”. Poi Barachini (Forza Italia) ha tranquillizzato i sindacalisti dei poligrafici: “Ci risentiremo presto, tenetemi aggiornato…”.

Crisi editoria: più fondi. E prima di salutare ha dato in anteprima la buona notizia: “Il Governo ha appena approvato l’aumento dei fondi per la crisi dell’editoria, abbiamo portato il “budget” da 20 a 50 milioni”. Non solo: nei piani di Forza Italia ci sarebbe l’intenzione di portare la cifra a 145 milioni nel 2025. Ovviamente soldi per gli ammortizzatori sociali.

Guarducci intermediario. Sarà il forzista Alessandro Guarducci a fare da tramite con il Governo per rappresentare le istanze cittadine su questa delicatissima vicenda i cui sviluppi non sono ipotizzabili, quando scadrà l’accordo di sei mesi con 30 poligrafici in solidarietà, mentre 5 o 6 saranno assunti. Guarducci spiega: “In questo mio mandato avrò naturalmente il pieno sostegno delle onorevoli toscane Bergamini, Tenerini e Mazzetti, avremo un gran lavoro da svolgere perché dobbiamo arrestare la caduta in verticale de Il Tirreno”. Guarducci e Barachini hanno fatto anche un focus importante: “Abbiamo affrontato il tema dei requisiti dei lavoratori poligrafici per accedere al prepensionamento, un tema questo, che ha una notevole importanza nella vertenza del Tirreno, insomma – conclude Guarducci ex capocronista e caporedattore del Tirreno – l’impegno del Governo per quotidiano della nostra città è garantito”.

Tirreno: primi sondaggi. Le forze politiche si stanno muovendo. Sia centro-sinistra che centro-destra si stanno attivando per cercare imprenditori interessati al Tirreno. Ma servono imprenditori vicini al tema dell’occupazione e dell’informazione, che non guardino a un giornale come fonte di guadagno ed abbiamo soprattutto uno scopo: l’orgoglio di rilanciare lo storico quotidiano. Si guarda ai settori più svariati, sia in Toscana che nelle regioni confinanti; anche al settore delle navi da crociera, persino a qualche personaggio che si distingue nel mondo del calcio, seppur come sua attività secondaria.

“Ma cosa acquistiamo?”. Sappiamo che alcuni personaggi hanno già chiesto informazioni, ma soprattutto vogliono sapere che cosa si acquista assieme alla testata. Perché Il Tirreno non ha più una sede. Infatti la Sae ha venduto l’immobile alla famiglia di imprenditori Farina, che stampano il giornale, un po’ a Milano, un po’ a Roma (roba da non credere!). Col ricavato la Sae ci pagherebbe la stampa e gli stipendi. I Farina nel frattempo hanno rimesso in vendita l'”immobile multiuso”. Prezzo 3 milioni e 200 mila. I giornalisti a breve saranno sfrattati chissà dove. Forse in zona industriale. La Sae acquistò Il Tirreno dalla Gedi, quattro anni fa per 6 milioni. Ed era un giornale ancora vitale, forte di molti immobili.

Grana Sardegna. I poligrafici della Nuova Sardegna non hanno accettato di entrare a far parte di Sae Servizi e non lo faranno. Per la Sae una frenata imprevista. Sviluppi tutti da valutare. Potrebbe venir fuori uno sciopero ad inizio anno nuovo. La situazione si complica: non si escludono ripercussioni anche su Livorno.

Questo articolo è apparso sulla pagina Facebook del giornalista Sandro Lulli che in modo indipendente sta seguendo la vicenda.

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