Di Maio emissario Ue, Rizzo: “Meloni, chi tace acconsente”
19 Novembre 2022
(Marco Ceccarini) Livorno, 19 novembre 2022 – “La Meloni tace? Quindi acconsente. Di Maio non sarà più disoccupato, potrà consolarsi con uno stipendio di circa 12 mila euro netti al mese, oltre al rimborso spese e al pagamento dello staff. Il nuovo incarico comporterà anche lo status diplomatico: passaporto e immunità. A quel punto, la scoppola elettorale diventerà solo un brutto ricordo. Il ruolo che andrà a ricoprire è molto delicato. Si occuperà di approvvigionamento energetico con la fornitura di gas e petrolio dai Paesi della regione, dei rapporti con l’Iran e della crisi nello Yemen”.
Con questo post, caustico ma anche amaramente veritiero, il leader di Italia Sovrana e Popolare, Marco Rizzo, segretario nazionale del Partito comunista, commenta la nomina di Luigi Di Maio ad inviato speciale dell’Unione europea nel Golfo persico, nomina che comporta l’immunità diplomatica e un super stipendio, oltre al mantenimento di uno staff, come evidenzia Rizzo, con circa 12 mila euro netti al mesi.
Pare tuttavia che la nomina di Di Maio attenga al periodo in cui il governo italiano era guidato da Mario Draghi. Di Maio, in quel periodo ministro degli Esteri, avrebbe creato in quel contesto un rapporto personale di stima con lo spagnolo Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la sicurezza, cosa che avrebbe pesato nella scelta maturata in questi giorni. Ma le dichiarazioni di queste ultime ore dell’attuale ministro degli Esteri, Antonio Tajani, oltre che di altri esponenti dell’area governativa, da Matteo Salvini a Maurizio Gasparri, contrari a questa ipotesi, potrebbero indurre la premier Giorgia Meloni, che ancora non si è espressa, a prendere una posizione diversa da quella che il suo silenzio, al momento, lascia presagire.
La nomina di emissario è ancora da ratificare. All’ex ministro verrebbero affidate, tra l’altro, le deleghe alle competenze energetiche. Dopo Italia Sovrana e Popolare, però, anche Forza Italia e Lega, adesso, aprono il caso. Come evidenzia Rizzo, tuttavia, al momento la mancata presa di posizione della Meloni lascia presupporre il silenzio assenso a un’operazione concepita da Draghi e dal suo governo.
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