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26 Novembre 2024

Una squadra di pronto intervento del Pegaso (foto fornita da Bramanti)

Elisoccorso Pegaso, ecco chi sono gli angeli del servizio salvavita dell’isola d’Elba


(Stefano Bramanti) Portoferraio, 12 agosto 2021 – Missioni salva vita, dell’elisoccorso regionale Pegaso 2, capitano di certo dentro i quasi 190 voli sull’Elba che accadono in un anno: 188 volte nel 2020. Ma chi sono i silenziosi e sconosciuti protagonisti dell’importante servizio? Scopriamone alcuni. Di giorno e di notte l’elicottero giallo AW139 Agusta Westland, attivato dopo una teflonata fatta al 118, lascia la base di Grosseto e in circa 20 minuti raggiunge l’ospedale di San Rocco a Portoferraio o un altro luogo dell’isola nel caso di intervento primario di soccorso nel territorio, mentre l’intervento è di tipo secondario se raggiunge l’elisuperficie sopra l’ospedale, per prelevare un malato.

Ed è il comandante del velivolo ad informarci, Alessandro Valduga, 46 anni, romano, che dal 2008, dopo essere stato ufficiale pilota nella Marina Militare italiana, è passato a questo servizio civile: “Le principali caratteristiche del mezzo? Il peso massimo al decollo è pari a 7 tonnellate, circa 17 metri di lunghezza, diametro del disco rotore di circa 14 metri, a una velocità massima di 167 Kts (circa 310 Km/h), velocità di crociera 140 Kts (circa 260 km/h). L’equipaggio è composto da due piloti, il comandante e un copilota, un tecnico verricellista e un esperto del Soccorso Alpino toscano, quindi il medico e un infermiere, formati per le emergenze. L’elicottero, nella nostra configurazione Hems (Helicopter Emergency Medical Service, cioè Servizio Medico di Emergenza con Elicotteri, ndr), ha un capacità massima di 9 persone in totale. Di solito ne trasportiamo uno solo di pazienti, ma è possibile accogliere un’ulteriore barella per il trasporto di un secondo ammalato”.

E abbiamo sentito pure il dottor Stefano Barbadori, coordinatore della base del soccorso maremmano, medico di area critica e emergenza medica territoriale dal 1990. Impegnato nel servizio di elisoccorso dal 2001 poi diventato il responsabile nel 2018.

“Il nostro elicottero agisce su tutta la regione – ha detto il coordinatore – e ha specifica competenza sull’Arcipelago Toscano con un servizio continuato H24, quindi attivo anche di notte. Se il soggetto da soccorrere è da prelevare da un luogo inaccessibile e non c’è modo di atterrare nei pressi, il medico, l’infermiere e lo specialista del soccorso alpino scendono calandosi con un cavo lungo fino a 90 metri, col mezzo che rimane in volo. La Regione Toscana negli ultimi tempi ha fornito ai piloti la tecnologia Nvg, (Night Vision Goggles), visori ad intensificazione di luce, e l’elicottero, anche di notte, può atterrare in qualunque luogo accessibile idoneo, anche se non illuminato. Abbiamo pure il servizio di soccorso per i neonati in difficoltà, con termoculla, per il trasporto a Pisa o al Meyer di Firenze”.

La base di Grosseto si trova nell’area ospedaliera, a 200 metri dal pronto soccorso e l’organico sanitario prevede 8 medici e 12 infermieri specializzati che ruotano nel servizio, ed ci sono pure 7 addetti dell’antincendio e anche il personale di volo e i tecnici, hanno una turnazione. “Il budget regionale annuale attribuito alla base – conclude Barbadori – è di 7.500.000 euro, il più alto delle altre perché voliamo di notte e abbiamo anche l’impiego con Nvg che consente di atterrare di notte in luoghi adeguati, oltre che sull’elisuperficie di Portoferraio. Il totale regionale è sui 18 milioni di euro. Rispetto al 2019 , nell’anno 2020, a causa della pandemia, sono diminuiti i casi di interventi primari per traumi stradali, ma sono aumentati i trasporti secondari dall’ospedale di Portoferraio. Il totale dei voli nei due anni è simile”.

E il responsabile dei piloti della base, Valduga, spiega la gestione dei voli: “La turnazione del personale, in aderenza alla normativa vigente, è strutturata sul 7 e 7 , 7 giorni di lavoro, 7 giorni di riposo. Sulla base si avvicendano un totale di 12 piloti, 6 comandanti e 6 copiloti e 5 tecnici. I mezzi non sono della regione Toscana ma di una ditta civile inglese, il Gruppo Babcock, La loro attivazione avviene dopo che la Centrale Operativa di Toscana Soccorso, ha ricevuto la telefonata che qualcuno ha fatto al 118. Immediatamente tutto il personale si raggruppa per ricevere le informazioni sul servizio e in pochi minuti siamo pronti per il decollo. Di notte la tempistica aumenta fino a un tempo massimo di 30 minuti, per poter alzarci in volo. La preparazione e la pianificazione sono più complesse. Sui tempi di volo, ovviamente possono incidere le condizioni meteo”. E arrivati sull’elisuperficie, spenti i motori, il medico e l’infermiere vanno a prelevare il paziente che viene trasportato con l’ascensore dagli addetti dell’ospedale. Collocato a bordo, una volta che il dottore e l’infermiera attuano gli opportuni criteri sanitari, il mezzo riparte dopo i controlli tecnici. “Andiamo ai nosocomi di Livorno, 25-30 minuti,- dice il pilota – o Pisa 30-35, oppure Grosseto stesso. Raramente a Siena alle Scotte. Ci sono elevate aspettative per il soccorso con l’elicottero – termina Valduga – in particolare per i pazienti delle isole. Emozioni? Sensazioni? Noi dobbiamo essere esclusivamente impegnati nella condotta del mezzo, sulle nostre procedure, affinché il volo possa essere condotto nella massima sicurezza. Un aspetto che per noi riveste il ruolo cardine in tutte le nostre azioni. Dobbiamo far tornare tutti a casa senza alcun problema connesso al volo, ogni giorno, per questo il nostro servizio è di grande importanza per la comunità. Per noi piloti sono importanti tutti i voli perché portiamo una persona in difficoltà da un luogo protetto a un altro luogo protetto con ulteriori strumenti, per migliorare la condizione di salute. Ricordo il caso di un giovane a cui era capitato un incidente stradale. L’equipe medica lo soccorse con il nostro viaggio e fu salvato ma gli fu amputata una gamba. Dopo del tempo, quando fu di nuovo in forma, lo abbiamo visto apparire alla nostra base di Grosseto. Venne a trovarci per parlare del nostro intervento che lo ha salvato da guai peggiori. Ringraziò calorosamente”.

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