Gasperini, Lega Nord: “Decisione vergognosa del Tribunale che dichiara due gay genitori fattivi”
7 Febbraio 2018
Livorno, 7 febbraio – Lorenzo Gasperini, esponente livornese della Lega Nord e candidato alla Camera, commenta così la decisione del Tribunale di Livorno in merito all’adozione di un minore da parte di una coppia di omosessuali: “È un gravissimo attacco contro i diritti dei bambini quello sferzato dal Tribunale di Livorno con la vergognosa sentenza di ieri che porta di fatto la Magistratura livornese nel ruolo di seria nemica per lo stato di diritto. Due bambini sono “prodotti” negli Stati Uniti su ordinazione di due omosessuali livornesi che si sono avvalsi del corpo di una donna (madre surrogata) la quale ha concesso in affitto il proprio utero per la gestazione dei bambini, poi consegnato alla coppia stessa. La sentenza impone la variazione dell’atto di nascita con l’inserimento di una oggettiva menzogna: che i due uomini siano entrambi genitori fattivi (neanche adottivi) dei bambini. Dove sia finito il diritto del bambino alla verità ed a non essere manipolato, non si sa”.
Ed ancora: “Il Tribunale di Livorno gioca a fare la giurisprudenza-Frankenstein calpestando la sovranità del popolo e l’assetto democratico del Paese. Il Parlamento Italiano ha infatti detto un chiaro no alla stepchild adoption, cioè all’adozione del bambino da parte del compagno del medesimo sesso, figuriamoci alla menzogna di far figurare de facto come genitori biologici due uomini che hanno fatto produrre il bambino attraverso l’utero di una donna usata come strumento di produzione. La magistratura ritiene comunque di poter procedere in questa direzione, ed è per questo che ci occuperemo al più presto di una legge che faccia chiarezza e tolga ogni ambiguità, visto il pessimo esempio livornese che potrebbe portare altri Tribunali a sentenze di questo tipo”.
“Il 6 giugno 1918 Antonio Gramsci scriveva sulle colonne de l’Avanti: ‘La vita, tutta la vita, non solo l’attività meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si distacca dall’anima, e diventa merce da baratto; è il destino di Mida, dalle mani fatate, simbolo del capitalismo moderno’”, ha aggiunto Gasperini. “La Sinistra livornese dovrebbe insorgere contro questa grave degenerazione che ha fatto della maternità e della procreazione una merce di scambio, secondo una forma sottile di sfruttamento che usa le persone, persino le donne e i bambini, come strumento di soddisfazione e di espansione dei propri egoistici desideri, adesso anche con l’avallo della magistratura che tenta la sovversione dell’ordinamento democratico e del suo fondamentale carattere di separazione del potere legislativo da quello giudiziario”.
“Dai candidati del Pd, Romano e Bacci, non si è levata alcuna parola di protesta e di lotta, ma che il PD abbia abbandonato il popolo per trasformarsi in “consenso comunista all’ordine tecnocratico neocapitalistico”, come scriveva già Augusto Del Noce nel 1974, non è certo una novità”, ha precisato.
“Alle istituzioni chiediamo un intervento e di opporsi alla sentenza negando la rettifica dell’atto di nascita, per non mentire ulteriormente a questi bambini a cui già è stata inflitta una grave violenza volendo ridurli a prodotti dell’uomo. Il Sindaco intraprenda tutte le vie legali possibili per opporsi, ponendo anche obiezione di coscienza e ricorrendo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo contro il Tribunale di Livorno”, ha continuato. E citando Marx: “’Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato’, ha scritto Marx”.
“Oggi è divenuta oggetto di scambio e di traffico persino la generazione dei figli: la sedicente sinistra livornese cosa fa, avalla e tace? La Senatrice del PD Cirinnà ha già esultato per questo ennesimo scempio sulla pelle dei bambini e delle donne usate come strumenti di laboratorio. Occorre al più presto un intervento del legislatore che sottragga alla magistratura il gioco dell’osceno, e sarà una priorità della nostra azione parlamentare. A chi commissiona o produce bambini che non potranno mai dire “mamma” deve essere revocata la patria potestà. Noi stiamo dalla parte del più debole, cioè il bambino”.
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