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21 Novembre 2024

Il vescovo Giusti a Natale: “Il viaggio è lungo, ma importante è muoversi”


Livorno, 27 dicembre. In Cattedrale durante la messa della notte di Natale il vescovo della Diocesi, Simone Giusti, nell’omelia ha ricordato, che il viaggio è lungo.ma che è altrettanto importante muoversi.
“Il viaggio è lungo, lo so – ha detto – Molto più lungo di quanto non sia stato per i pastori ai quali bastò abbassarsi sulle orecchie il copricapo di lana, impugnare il vincastro e salire per le gole di Giudea. Per noi ci vuole molto di più che una mezz’ora di strada. Dobbiamo valicare il pendio di una civiltà che ha smesso di cercare la stella della verità per accontentarsi delle luci di un Luna Park e in mezzo a tanta confusione, non sa più trovare la semplice grotta di Gesù. Dobbiamo abbandonare i calcoli smaliziati della nostra sufficienza, la superbia delle nostre conquiste, la rassegnazione alla morte per cogliere la gioia del Natale. Dobbiamo lasciar perdere i salvatori a buon mercato. Per noi – ha continuato – disperatamente in cerca di gioia e di pace ma disorientati da sussurri e grida che annunziano salvatori da tutte le parti e costretti ad avanzare a tentoni nelle circospezioni d’infiniti egoismi, ogni passo verso Betlemme, verso la fede, sembra un salto nel buio”.
E ancora: “L’importante è muoversi. E se, invece di un Dio glorioso, ci imbattiamo nella fragilità di un bambino, non ci venga il dubbio di aver sbagliato percorso. Perché, da quella notte, le fasce della debolezza e la mangiatoia della povertà sono divenuti i simboli nuovi della Onnipotenza di Dio. Anzi, da quel Natale, il volto spaurito degli oppressi, le membra dei sofferenti, la solitudine degli infelici, l’amarezza di tutti gli ultimi della terra, sono divenuti il luogo dove Egli continua ad aspettarci.
A noi il compito di cercarlo. E saremo beati se sapremo riconoscerlo e abbracciarlo, come San Francesco, nel lebbroso e nel Cristo dai dardi infiammati, di La Verna”.
“Mettiamoci in cammino, senza paura. Il Natale – ha concluso ci farà trovare Gesù e con Lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell’impegno per il bene comune, lo stupore della libertà, la tenerezza della preghiera. E dal nostro cuore, non più pietrificato dalle delusioni, sgorgherà la dolcezza della speranza”.(Nelle foto di Antonluca Moschetti, il vescovo e la messa in Cattedrale)