La Madonna di Montenero nel libro di Roberto Manera
9 Dicembre 2017
(Gianni Giovangiacomo) Livorno, 9 dicembre – Roberto Manera, anche esperto fotografo, ha pubblicato per il centro stampa dell’Assemblea del Consiglio Regionale della Toscana il volume: “La Madonna di Montenero – Patrona della Toscana” in occasione del 70° anniversario della sua proclamazione a Patrona. In seguito alla proclamazione si pensò, come scrive Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale nella prefazione al libro, “di costruire un luogo dove custodire tutti gli stemmi della nostra Regione”, luogo poi individuato nella galleria scavata dietro all’immagine della Madonna”.
Il volume inizia con l’apparizione, tra storia e leggenda, della Sacra Immagine e quindi con il culto e la riconoscenza dei livornesi testimoniata da innumerevoli e pregevoli ex voto. Vengono poi illustrate le vicende del Santuario e dei suoi custodi fino all’attuale Comunità Monastica dei Padri Benedettini Vallombrosani. Il testo dà ampio risalto al VI° Centenario dell’apparizione della Madonna, infatti nel 1945 l’allora Vescovo di Livorno Monsignor Giovanni Piccioni insieme all’Abate Alfonso Salvini chiese a tutti i Vescovi della Toscana di prendere parte ad un Comitato in Onore della Madonna al quale tutti furono felici di partecipare. Intanto dal 1946 ricominciarono i pellegrinaggi, prima da parte dei gruppi parrocchiali, poi da veri e propri pellegrinaggi Diocesani. Le cerimonie del VI° Centenario erano ancora in corso quando a Pistoia il presidente del Congresso Mariano, Monsignor Battistelli Vescovo di Pitigliano, propose che la Madonna di Montenero fosse proclamata Patrona della Toscana. Forte di questo fatto e appoggiato dal Vescovo Piccioni, l’Abate Salvini si recò a Firenze dal Cardinale Elia Dalla Costa per ottenere anche il suo consenso. Il 21 novembre -spiega Roberto Manera con una attenta documentazione- si riunì a Firenze la Conferenza Episcopale con a capo il Cardinale Dalla Costa che propose di chiedere alla Santa Sede l’elevazione della Madonna a Patrona e nello stesso chiese a Monsignor Piccioni di fare direttamente la domanda al Santo Pontefice Pio XII°. Finalmente il 15 maggio 1947 venne il tanto atteso “Breve Pontificio”. In seguito la Sacra Congregazione dei Riti istituì la data del 15 maggio come festa patronale per tutta la Toscana e la prima di queste feste venne celebrata il 15 maggio 1949. L’Abate Salvini pensò poi di istituire la manifestazione della “Lampada votiva”, per cui le Diocesi toscane, a turno, avrebbero potuto donare l’olio per alimentare la lampada posta sul lato sinistro dell’Altare maggiore, continuando questa tradizione quest’anno la donazione è stata fatta dalla Diocesi di Pescia con il Vescovo Roberto Filippini. Dopo la proclamazione si pensò anche di costruire un luogo dove custodire gli stemmi dei Comuni della nostra Regione e il 15 maggio 1968, 20° anniversario della proclamazione, venne inaugurata la “Galleria dei Comuni toscani”, ad oggi solo 4 Comuni (Cantagallo, San Giovanni Val d’Arno, Abetone e Stia) non hanno ancora aderito all’iniziativa. Il volume riporta tutti gli stemmi dei Comuni della Provincia di Livorno, in un insieme variopinto che ne spiega l’origine e con le indicazione che ne dà l’Araldica civica riguardo agli Enti territoriali. Con una pazienza davvero certosina Roberto Manera spiega l’origine e la storia dei vari stemmi che sono stati ridisegnati all’acquarello da Massimo Ghirardi, uno dei più noti disegnatori araldici. Partendo dallo stemma della Provincia di Livorno si passa a quelli dei Comuni livornesi con la loro storia e le loro caratteristiche: vediamo così l’alternarsi di torri (San Vincenzo, Sassetta, Collesalvetti); castelli (Piombino, Porto Azzurro, Isola di Capraia); fortezze (la città di Livorno); ci sono poi gli animali, ad esempio il leone (Suvereto, Bibbona, Castagneto Carducci); il levriero (Campiglia Marittima); il delfino verde (Capoliveri); le api (Campo Elba, Marciana); l’aquila nera (Rio Marina). Una fantasmagoria di colori e di fotografie che mettono in rilievo le capacità artistiche dell’autore.
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