La morte di Pasquale Guzzini, ex assessore attento alla realtà cittadina
3 Novembre 2016
(Massimo Masiero) Livorno – novembre. Aveva 67 anni Pasquale Guzzini, che è stato assessore all’ambiente e all’edilizia al Comune di Livorno durante l’ultimo mandato della giunta di Gianfranco Lamberti, nella maggioranza di centro-sinistra ai tempi dell’Ulivo. Proveniva dal Cdu, che rappresentava la linea cattolico-moderata e nelle cui liste fu eletto in consiglio comunale. Dopo tre anni di costruttiva opposizione aderì al Partito Popolare, poi alla Margherita. La notizia della scomparsa avvenuta all’ospedale al termine di una grave malattia ha suscitato cordoglio negli ambienti politici, dove era apprezzato per la sua competenza e la puntuale osservazione della realtà cittadina. Lascia la moglie Beatrice e due figli. Il Partito Democratico ha espresso le più sentite condoglianze per la sua scomparsa “persona attenta ed apprezzata per l’impegno politico e amministrativo profuso negli anni e per la sua continua disponibilità al confronto”. Aveva lasciato la politica attiva da alcuni anni. Proveniva da Recanati, dove era nato nel 1949. Nel 1968 era entrato in Accademia Navale e nel 1972 terminò il brillante corso di studi proseguendo la carriera fino al gennaio 1992, allorchè si congedò con il grado di guardiamarina. Attratto da una nuova attività si iscrisse all’albo dei servizi finanziari diventando un esperto professionista nel settore della gestione degli investimenti collaborando con importanti istituti di credito. Nel 2003 fu indagato per l’inchiesta di Salviano 2, quartiere in fase di costruzione. Si sospese immediatamente dalla giunta dichiarandosi completamente estraneo ai fatti, affrontando il tribunale, sicuro del suo comportamento lineare, e le varie e lunghe fasi dell’inchiesta, che si concluse nel 2011 con il riconoscimento della completa innocenza. E vale la pena ricordare la dichiarazione della Corte di Cassazione: “Sentenza annullata senza rinvio alla Corte d’Appello”, a conclusione di una indagine giudiziaria su ipotetici scambi di favori tra politici e imprenditori. Un’esperienza che ha segnato la sua esistenza fino alla morte, ma che gli ha ridato la serenità e la dignità di una vita trascorsa al servizio della comunità. E che coinvolse l’amico Davide Cecio, presidente dall’assemblea comunale, anch’egli uscitone indenne e completamente scagionato.
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