Livorno, il 2018, anno dei cantieri e del coraggio. La giunta alla prova dei fatti
24 Dicembre 2017
(Massimo Masiero) Livorno, 24 dicembre. Il 2018 sarà l’anno del coraggio e dei cantieri per il sindaco Filippo Nogarin e la sua giunta pentastellata. “Il piano strutturale disegnerà la nuova Livorno, che lascerà dietro le spalle definitivamente la stagione delle varianti urbanistiche che spesso l’hanno violentata”. Ed ha aggiunto: “La cosa più importante è che l’amministrazione 5Stelle ha rotto con l’immobilismo del passato. E rivolto ai presenti, alla stampa, e anche alla città che rappresentava, il sindaco, al Cisternino, ha ricordato con piglio polemico: “ Ci potrete accusare di tutto, ma di certo non si può dire che non abbiamo avuto il coraggio di mettere in atto dei cambiamenti. In alcuni casi abbiamo sbagliato, in altri abbiamo dovuto correggere la rotta di alcuni progetti, in particolare per la viabilità, ma di certo ma nessuno potrà dire che non stiamo cercando di imprimere una svolta alla città”. E ancora: “Lo stiamo facendo seguendo una linea precisa: mettere ordine laddove fino a ore regnava il caos , o meglio l’anarchia più totale”. Ecco perché ha scelto la parola coraggio per cambiare una città, che dopo il disastro di settembre deve rialzare la testa, fare scelte impopolari per rompere con gli stereotipi che troppo spesso hanno ingessato e ingessano la città.
I conti tuttavia dovranno essere fatti con accortezza perché il tempo delle vacche grasse è finito e i bilanci impongono scelte e priorità ben precise. Sindaco e giunta hanno detto di aver idee molto chiare. Il programma tracciato sembra non aver suscitato grandi emozioni tra i cittadini, consapevoli del 10,8 per cento di disoccupazione imperante. C’è attesa con un certo scetticismo da quanto appare dai social, ai quali il primo cittadino, è molto affezionato e che ha aggiunto: “Semineremo ancora”. E ci mancherebbe altro. Gli è stato fatto notare che alcune (non molte, ma evidenti) iniziative erano state già state avviate dalla precedente Amministrazione Comunale come il Cisternino, valida struttura inaugurata da questa giunta, mentre sono in fase di concretizzazione: il Museo della Città, che dopo un anno di rinvii sarà aperto a primavera (inoltrata?), il polo scientifico Dogana d’Acqua completato da mesi e pronto ad essere utilizzato al più presto. Due gioielli che arricchiranno il quartiere della Venezia seicentesca, dopo quella, altrettanto lodevole, della Biblioteca ai Bottini dell’Olio (programmata dalla precedente giunta). Ma è sull’ippodromo Caprilli (nella foto, le tribune) e sul futuro dell’area di quindici ettari, polmone verde, con il meraviglioso Parco Ceschina, a pochi metri dal mare, che può diventare uno spazio di richiamo e di ulteriore valorizzazione e che è in attesa di una indicazione concreta sull’utilizzo, un progetto valido per la riapertura o la chiusura definitiva e il superamento del contenzioso non la società Alfea, che gestisce l’altro ippodromo in grande spolvero in San Rossore. E’ un nodo importante da sciogliere per la città. Il sindaco ha un sogno nel cassetto che svelerà quando vi saranno le condizioni, ha risposto. Si era accennato in passato alla creazione di un Luna park compatibile con l’ambiente. Cementificazione zero ha anche assicurato. In città vi sono migliaia di appartamenti vuoti, che attendono ancora di essere censiti.
Il 2018 sarà l’anno della rivoluzione urbanistica con il rifacimento dei portici di via Grande, su cui finalmente è stato superato il contenzioso giuridico e raggiunto l’accordo con i proprietari dei fondi commerciali, il sottopasso alle Terme del Corallo e l’abbattimento del cavalcavia della Stazione, la riqualificazione della Rotonda d’Ardenza (il nuovo chalet è frutto della giunta precedente), la sistemazione di alcuni chilometri di strade e piazze. Il mercato centrale sarà ancor più al centro di iniziative e nuove apertura di banchi per renderlo più attraente e competitivo, mentre la piazza Garibaldi, restituita al nuovo e alle novità potrà essere luogo di aggregazione e attrazione.
Sulla cultura la “creatività” è d’obbligo: Villa Mimbelli in fase di restyling, Granai da rendere pronti ad ospitare eventi e rassegne. La location si presterebbe all’allestimento di una mostra, di grande attrazione, come avviene in altre città anche vicine. I costi sono notevoli, 340mila euro, ma la creatività di una Amministrazione può essere misurata dall’affrontare l’organizzazione di un’operazione di grande richiamo anche turistico, come avviene anche in città vicine della Toscana, utilizzando il parco della Villa. La ricerca impegnativa degli sponsor può essere agevolata dalla validità del progetto presentato dagli organizzatori dell’Amministrazione pubblica della città, che potremo far volare alto, oltre i nostri confini”, citando le parole dell’assessore.
L’organizzazione degli stati generali del lavoro finalmente annunciati a fine gennaio sono un appuntamento che riguarderò l’area di crisi complessa. Livorno con Piombino si stanno attrezzando con l’Amministrazione per un programma adeguato, che dovrà essere indicativo del percorso futuro a livello regionale e nazionale. Contatti si sono già avuti con sindacati e istituzioni. Vi sono prospettive favorevole da cogliere con le attività innovative in corso e in futuro. E’ stata sottolinata come sia importante che la collaborazione di “attori” economici e sociali del mondo del lavoro e delle associazioni di categoria formuli proposte concrete e innovative per contribuire allo sviluppo economico del territorio. Il reddito di cittadinanza, che in sostanza è il sussidio, è stato esteso a 533 persone, aumentata la spesa sociale del due per cento, più trecentomila euro per assicurare un alloggio ai senza tetto, si continua a combattere l’abusivismo nel settore delle case popolari, 400 gli alloggi assegnati con bando e mobilità. Sarà abbattuto l’edificio della Chiccaia, vecchia intenzione della trascorsa amministrazione, e ricostruito.
Per finire, un pensiero del sindaco. Non si candiderà al Parlamento. Vuol restare a Livorno. La strada potrebbe essere aperta per la Regione. I rapporti con il vescovo Simone Giusti. Nogarin è ancora rigido. Forse di ammorbidirà nel 2018. E auspicabile, anche per lui.
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