Livorno, il porto raccontato dai giovani: premiati gli studenti
18 Maggio 2018
Livorno, 18 maggio 2018. C’è chi ha realizzato tesine sulla storia di Livorno, chi si è improvvisato piccolo rapper in erba intonando una canzone dedicata al porto, chi ha realizzato un vero e proprio cortometraggio e c’è, infine chi ha prodotto stupendi plastici in 3d. La premiazione Racconta il tuo porto è un po’ tutto questo: tanta creatività e, soprattutto, tanta voglia di fare cultura sul porto a partire dai più giovani.
Anche quest’anno, come nelle precedenti edizioni di Porto Aperto, giunto al suo undicesimo anno di vita, sono stati premiati i migliori lavori di quelle scuole di ogni ordine e grado che durante il 2018 hanno partecipato alle visite guidate in porto.
Le premiazioni si sono svolte stamani nella Sala Ferretti della Fortezza Vecchia: per la scuola dell’infanzia il primo premio se lo è aggiudicato l’asilo Cremoni; secondo posto per il Munari.
Per le scuole primarie si sono rispettivamente classificate al primo e secondo posto la IV A del Lambruschini e due classi (IV e V B) del circolo didattico Collodi del Rodari
Nella sezione delle scuole medie ha vinto la III D delle Micali (nella foto), medaglia d’argento, invece, per due classi delle Borsi, la I C e la I E.
Secondarie di secondo grado: il liceo Enriques fa il pieno di titoli, con due classi, la I C e la I L, che si sono aggiudicate rispettivamente l’oro e l’argento.
I premi (un assegno di 400 euro ai primi classificati e di 200 euro ai secondi) sono stati consegnati dal responsabile promozione e comunicazione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Francesco Ghio; dalla funzionaria dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Livorno, Tiziana Rapisardi, dalla responsabile del settore didattica della cooperativa Itinera, Michela Vianelli
e da Carlo Silvestri della sezione navale dei vigili del fuoco.
“Le generazioni che crescono hanno sempre più a che fare con il porto – ha detto Ghio a margine della premiazione – i lavori prodotti sono di ottima qualità e dimostrano che quando la fantasia dei più piccoli incontra la realtà non esistono porte che non si possano aprire. Grazie a loro lo scalo labronico, un mondo solitamente così appartato e complesso, diventa nel panorama fisico e culturale dello spazio urbano una presenza quasi simbolica nell’immaginario collettivo”.
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