Livorno, l’inceneritore Amps smantellato. Al suo posto sorgerà un prato, dopo il 2021
10 Febbraio 2017
Livorno – 11 febbraio. L’inceneritore sarà chiuso. L’annuncio che l’impianto d’incenerimento dei rifiuti dell’Amps, in zona Picchianti, giunge da Beppe Grillo, che lo ha rilanciato dal suo blog. E’ il vecchio progetto di Filippo Nogarin, sindaco della città labronica, che si avvererà. E’ sempre stato infatti il primo cittadino M5S ad averlo inserito, anche per scritto, nel programma dell’attività amministrativa. Lo smaltimento avverrà come pronosticato per una struttura, che non è mai piaciuta al sindaco. Al posto del complesso sorgerà un “pratino all’inglese”. Il sindaco ha firmato sul blog di Grillo un lungo articolo. Eccolo.
“A Livorno è partita l’ “Operazione Pratino”. L’ “Operazione Pratino” è un’operazione che noi abbiamo tenuto assolutamente segreta all’interno di tutto il percorso di Giunta, che prevede lo spegnimento dell’inceneritore di Livorno, lo smantellamento dell’inceneritore, la bonifica dell’area, e al posto di tutto questo realizzaremo un pratino all’inglese”.
“Grazie all’operazione di risanamento che stiamo portando avanti in Aamps, e grazie soprattutto al fatto che abbiamo intrapreso il percorso del concordato preventivo in continuità: quel percorso che ci veniva detto che non potevamo fare, che noi non eravamo capaci di governare, che non sapevamo quello a cui saremmo andati incontro, e tutta una serie di questioni che adesso possono essere sintetizzate in tre punti”.
“Primo punto: il costo del servizio nel 2017-2021 passerà da 35 milioni di euro a 27 milioni di euro; secondo punto: la ricaduta di questo abbassamento del costo di servizio potrà voler dire per i cittadini un abbassamento della tariffa dei rifiuti; terzo punto, fondamentale: che finalmente Aamps potrà a iniziare un percorso di politiche sostenibili, esattamente come era deputata a fare fin dall’inizio. Questa è esattamente la risposta che noi del M5S stiamo dando a chi ci ha accusato fin dal primo momento di non essere capaci. E lo sapete in che modo stiamo facendo tutto questo? Lo stiamo facendo nel totale silenzio, nell’ombra. Quelli che ci dicevano dal primo momento “guardate che voi dovete entrare in comune, la prima cosa è spegnere l’inceneritore”, ebbene, non potevamo fare questo perché avrebbe voluto dire mandare a casa centinaia di persone, avrebbe voluto dire mandare a gambe all’aria un’azienda, e noi non siamo incoscienti. Abbiamo messo giù la testa, in silenzio, abbiamo lavorato durissimo e oggi siamo qui a dirvi che abbiamo un piano, abbiamo un piano che è stato validato dal tribunale e all’interno del concordato, e già oggi abbiamo accantonato €. 650.000 proprio per quell’”Operazione Pratino” che in grande silenzio abbiamo portato avanti. Queste sono le risposte che siamo capaci di dare”. Al di là delle belle parole, quali sono i tempi per l’annientamento dell’impianto e la sostituzione con il “pratino”? Piuttosto lunghi. Al termine del concordato con il Tribunale. Quindi dopo il 2021. Fino a quell’anno continuerà a bruciare, contribuendo a far risanare l’azienda con i ricavi, che provengono anche dai rifiuti inviati da altre località. Poi si dovrà mettere a punto il piano per lo smantellamento, la bonifica del terreno e la gestione dei rifiuti indifferenziati della città, compito che spetta all’azienda e al Comune. Occorrono soldi per coprire i costi notevoli, anche se si stanno già mettendo da parte con il fondo di accantonamento per il ripristino ambientale. Sarebbero, a detta degli assessori competenti, 650mila euro nel 2017, 1.7 milioni nel 2018 e 1,5 milioni nel 2019. In totale l’intera operazione costerebbero circa dieci milioni di euro.
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