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25 Novembre 2024

Livorno rilancio industriale: dodici imprese pronte a investire


Livorno, 13 aprile. Investimenti per 81,5 milioni di euro, con richieste di agevolazioni per 53,8 milioni di euro e 157 nuovi posti di lavoro previsti. Sono i numeri del progetto di rilancio dell’area di crisi industriale complessa di Livorno il cui bando di presentazione delle domande si è chiuso il 7 aprile scorso.
Le domande arrivate sono 12 in tutto e i principali settori dei progetti di investimento riguardano manifattura, turismo e fornitura di servizi.
Per il rilancio dell’area di crisi industriale di Livorno la dotazione finanziaria è di 10 milioni di euro (Avviso Legge 181/89), le domande dovranno dunque essere valutate in base ai criteri del bando, in modo da individuare quali progetti finanziare sulla base delle risorse disponibili. Le verifiche necessarie sono attualmente in corso per la definizione della graduatoria di ammissione.
“Siamo ben lontani dai 1200 nuovi posti di lavoro che qualcuno aveva promesso non più di un anno e mezzo fa – ha puntualizzato l’assessore comunale allo Sviluppo economico, Francesca Martini – ma la risposta da parte delle imprese è comunque molto positiva. In particolare, credo sia molto significativo l’interesse dimostrato dalle imprese turistico-alberghiere che potrebbero dare vita a uno sviluppo del comparto molto importante per diversificare l’economia del territori e creare velocemente occupazione in città. Non solo. Livorno ha sicuramente una carta importante da spendere per attrarre investimenti di qualità: mi riferisco al Polo scientifico e tecnologico d’eccellenza che inaugureremo il 9 giugno e che ha fra la sua mission il trasferimento tecnologico alle imprese. Ora – ha concluso l’assessore Martini – la palla passa al Mise e Invitalia e la speranza è che facciano presto, dando le risposte che queste dodici aziende aspettano, nel più breve tempo possibile”. La puntualizzazione polemica dell’assessore non è passata inosservata negli ambienti politici dell’opposizione. C’è da tener presente che probabilmente il territorio livornese non abbia ancora incontrato e saputo suscitare l’interesse auspicato e quell’appeal essenziale, anche politicamente, per attirare maggiori e solidi investimenti.