Livorno, una raccolta differenziata meno costosa e più efficiente
9 Maggio 2018
(Renato Gangemi) Livorno, 9 maggio 2018. E’ da un paio di giorni che circola una petizione che , a detta dei promotori “non è contro la differenziata ma contro la raccolta dei rifiuti porta a porta …e non ha nulla a che vedere con la raccolta differenziata” essendo i promotori “ a favore della raccolta differenziata ma fatta in modo meccanizzato e non manuale”
Sollecitato da più parti chiarisco che ho accettato di firmare la petizione a titolo personale, dato che condivido la richiesta di questi nostri concittadini di “un sistema di raccolta di rifiuti differenziati più moderno, efficiente, pulito e meno costoso di quello che si sta implementando adesso nella città di Livorno”. E ci sono semplici ed evidenti ragioni per farlo.
La scarsa o cattiva informazione, con poche ed affollate e mal organizzate assemblee, rende infatti i cittadini incerti su cosa e come differenziare creando un forte disagio, e questo con la “Spada di Damocle” del rischio di multe per gli errati conferimenti.
Se a questo si somma la lentezza e l’inefficienza della raccolta, con furgoni che in pieno giorno bloccano il traffico rendendo i cittadini furiosi, le antiestetiche file di bidoni colorati che sono sotto gli occhi di tutti, i marciapiedi impraticabili per i bidoncini e sacchetti rotti da animali, vuol dire che c’è qualcosa da rivedere, sia nei tempi che nei modi.
Attuare il Pap in maniera così rapida ed “indifferenziata” per le varie zone della città , senza, alcun tipo di verifica della qualità della raccolta che della soddisfazione dei cittadini, è stato infatti un grosso errore.
Il Pap è un modo tecnologicamente obsoleto di raccolta, che, oltretutto, se mal attuato, rischia di creare disaffezione negli stessi cittadini dei quali occorre la massima collaborazione, dato che è risaputo che una corretta motivazione produce risultati migliori e duraturi.
Concludo con una semplice osservazione. Dato che i cittadini hanno pagato anticipatamente – con l’aumento di 21 milioni della Tari deciso da Nogarin nel 2015 – quanto oggi si sta spendendo per i maggiori costi del porta a porta, vien naturale chiedersi se gli stessi soldi non potevano essere investiti in impianti di selezione “a valle” tecnologicamente avanzati – come richiesto nella petizione – affiancati da un sistema di raccolta misto. Scelta di difficile comprensione, e questo maggiormente alla luce del fatto che la stessa direttiva europea, che impone le quote di differenziata inseguite con il Pap di Nogarin – imporrà di arrivare a determinate quote anche per il riciclo (il 65 per cento), riciclo (dei cui risultati non si parla mai) che è in fondo il vero obiettivo di una ”buona gestione” dei rifiuti ambientalmente sostenibile.
Renato Gangemi
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