Nella suggestiva Fortezza Vecchia ha preso il via il secondo Mascagni Festival
27 Luglio 2021
(Angela Simini) Livorno, 27 luglio 2021 – La seconda edizione del Festival Internazionale Mascagni è andata in scena nella suggestiva e imponente cornice della Fortezza Vecchia, invece che alle Secche della Meloria, dove era stata programmata, a causa del maltempo. Comunque sempre davanti al mare.
“Una serata memorabile” ha giustamente commentato l’assessore alla cultura Simone Lenzi, sia per la bellezza dell’ambiente sia per l’eccezionalità dei contenuti e l’importanza dei protagonisti: il celebre e versatile attore Miche Placido, il famoso e bravissimo pianista livornese Gabriele Baldocci e la danzatrice Daniela Maccari, prima ballerina, coreografa e assistente dell’indimenticato Lindsay Kemp.
Lo spostamento di sede non ha fatto perdere quel sapore di “musicasalmastra e suggestioni”, che caratterizza la musica di Mascagni, come il direttore artistico del Mascagni Festival, Marco Voleri, ha rilevato: “ L’inevitabile spostamento della serata di apertura alla Fortezza Vecchia esalta le tradizioni livornesi a due passi dal porto mediceo e non cambia quel forte rapporto che il Festival vuole mantenere con il mare. I suoni, i colori, i luoghi di tradizione e storicità che caratterizzano il territorio, saranno esaltati e resi unici anche grazie al Festival”.
Emozionante l’ingresso di Miche Placido sul palco, che, accolto da sonanti applausi, ha dato inizio alla lettura del lungo monologo, concepito come la storia interiore di Mascagni: “sono un bimbetto scalzo, nato in Piazza delle Erbe, che, appena può scappa al porto, si posa davanti al mare. Gli apro il mio animo….” dove il bimbetto è appunto Pietro Mascagni. Il testo è un appassionato monologo della drammaturga Chiara Atalanta Ridolfi,
interpretato dalla profonda voce di Michele Placido, mentre al pianoforte sedeva il Maestro Gabriele Baldocci. I due artisti, all’unisono, hanno tessuto la complessità dell’animo di Mascagni: ribelle ed entusiasta, solo con se stesso, seppure in una famiglia numerosa, amante della musica e proprio per questo incompreso.
Si è snodata così, attraverso la lettura di Michele Placido e le note del pianoforte, la vita di Pietro Mascagni, dalle prime scappatelle fino alla giovinezza che lo ha condotto a Milano, dove ha condiviso una camera con Giacomo Puccini, dove ha studiato nel Conservatorio, dal quale poi all’improvviso se ne è andato senza prendere il diploma. E poi il soggiorno a Cerignola, il lavoro, la famiglia, i gravi lutti, ma anche lo straordinario successo di Cavalleria Rusticana. Su tutte le vicende, è apparso preponderante il rapporto del musicista col mare nel quale versava le sue lacrime, sfogava delusioni e tormenti: “Ho perso due figli, uno in fasce, l’altro in guerra”. Il monologo è stato letto in tre interventi, concertati e sviluppati col virtuoso pianismo di Gabriele Baldocci. Il pianista, avviato alla musica fin da piccolo per uno spiccato senso artistico, è stato allievo del Maestro Ilio Barontini, che ne ha individuato e sviluppato il grande talento e il senso critico.
Gabriele Baldocci, oggi concertista internazionalmente affermato, docente presso il Trinity Laban Conservatoire of Music di Londra, si è profuso in musiche da lui composte, intonate alla serata e, soprattutto, ha eseguito nella trascrizione pianistica, da lui stesso operata, la musica di Mascagni, operazione quanto mai complessa in quanto nella tastiera si deve riversare e rappresentare una intera orchestra. Non trascurabili le rielaborazioni, i virtuosismi, le trasposizioni in ritmi moderni, le improvvisazioni. Lo spettacolo si è dipanato in successione continua, originale, piacevole, intenso. Lo straordinario ballo di Daniela Maccari sulle note dell’Iris di Mascagni, è stata la nota sognante ed elegiaca, ma anche un omaggio a Lindsay Kemp, il ballerino coreografo e regista che ha lasciato a Livorno memorabili regie di alcune opere del compositore livornese.
La Maccari, allieva prediletta di danzato sulle ali della poesia, dell’incanto, dell’estro sullo stile appreso dal Maestro, sinuosa, elegante, flessibile. Quindi Baldocci e la Maccari si sono lanciati in un momento di grande virtuosismo ed improvvisazione, un saggio di alto livello artistico, che ha riscosso gli applausi del pubblico.
Si snodata così, attraverso la lettura di Michele Placido e le note del pianoforte, la vita di Pietro Mascagni, dalle prime scappatelle fino alla giovinezza che lo ha condotto a Milano, dove ha condiviso una camera con Giacomo Puccini, dove ha studiato nel Conservatorio, dal quale poi all’improvviso se ne è andato senza prendere il diploma. E poi il soggiorno a Cerignola, il lavoro, la famiglia, i gravi lutti, ma anche lo straordinario successo di Cavalleria Rusticana. Su tutte le vicende, è apparso preponderante il rapporto del musicista col mare nel quale versava le sue lacrime, sfogava delusioni e tormenti: “Ho perso due figli, uno in fasce, l’altro in guerra”.
Il monologo è stato letto in tre interventi, concertati e sviluppati col virtuoso pianismo di Gabriele Baldocci. Il pianista, avviato alla musica fin da piccolo per uno spiccato senso artistico, è stato allievo del Maestro Ilio Barontini, che ne ha individuato e sviluppato il grande talento e il senso critico.
Gabriele Baldocci, oggi concertista internazionalmente affermato, docente presso il Trinity Laban Conservatoire of Music di Londra, si è profuso in musiche da lui composte, intonate alla serata e, soprattutto, ha eseguito nella trascrizione pianistica, da lui stesso operata, la musica di Mascagni, operazione quanto mai complessa in quanto nella tastiera si deve riversare e rappresentare una intera orchestra. Non trascurabili le rielaborazioni, i virtuosismi, le trasposizioni in ritmi moderni, le improvvisazioni. Lo spettacolo si è dipanato in successione continua, originale, piacevole, intenso. Lo straordinario ballo di Daniela Maccari sulle note dell’Iris di Mascagni, è stata la nota sognante ed elegiaca, ma anche un omaggio a Lindsay Kemp, il ballerino coreografo e regista che ha lasciato a Livorno memorabili regie di alcune opere del compositore labronico. La Maccari, allieva prediletta di Kemp, avvolta in veli bianchi, ha danzato sulle ali della poesia, dell’incanto, dell’estro sullo stile appreso dal Maestro, sinuosa, elegante, flessibile. Quindi Baldocci e la Maccari si sono lanciati in un momento di grande virtuosismo ed improvvisazione, un saggio di alto livello artistico, che ha emozionato il pubblico. Un attore, un pianista, una ballerina, hanno offerto uno spettacolo straordinario. Il monologo ha celebrato e descritto il compositore labronico, la sua vita e la sua arte, da un’angolazione originale e suggestiva come il rapporto con il mare della città in cui è nato e vissuto.
“C’è un’incredibile coincidenza tra me e il Festival Pietro Mascagni – ha recentemente dichiarato Placido, l’artista pugliese, perfettamente in parte – io sono nato vicino Cerignola dove Mascagni ha composto proprio Cavalleria Rusticana e mio padre mi portava lì a vedere l’opera in teatro. Ero un bambino di 9, 10 anni e sentire l’intermezzo di Cavalleria mi ricorda sempre la campagna assolata della mia infanzia. E’ una grande emozione per
me: Mascagni è il musicista che amo di più”.
L’evento è stato realizzato con l’importante collaborazione del Comitato Promotore Pietro Mascagni e con quello del musicologo Fulvio Venturi, conosciuto ed apprezzato a livello internazionale come grande esperto di Mascagni.
Anche l’Accademia Navale di Livorno, una delle tradizioni della città labronica, quest’anno al suo 140 anniversario dalla fondazione, per rendere “onore” a questo avvenimento, è stata protagonista all’inaugurazione del Festival con il passaggio e lo stazionamento della nave scuola Palinuro. Tutto è partito alle 20.45 circa, quando davanti alla Terrazza Mascagni, il “Veliero” ha offerto uno spettacolo davvero suggestivo, il momento solenne dell’ammaina bandiera. A bordo della nave, capitanata dal Comandante Antonio Strina, l’equipaggio ha effettuato l’esecuzione “a cappella” dell’inno di Mameli.
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