Opinioni in pillole di Luciano Ferrari
16 Dicembre 2017
Livorno, 16 dicembre. Molti attaccano la Boschi: “Lo fate perchè sono una donna”, replica lei. Ma sarà vero? Forse vogliono farla salire alla presidenza della Camera?
Meglio alla presidenza del consiglio? Talora viene la speranza che il paese vada avanti da sé, fingendo magari di seguire capi e santi, sì perchè ci sono le eccellenze, atti di coraggio fino alla santità. Provi a fare un paragone e ti viene in mente Cervantes, Dostoevskij. Sì,ma chi li ha letti? Come la Bibbia e il Manifesto di Marx? Forse ha ragione Dante: inferno,purgatorio,paradiso.
Don Riboldi, un prete che piace a tutti, perfino ai mafiosi che ha sempre tentato di arrivare alle loro coscienze. Don Riboldi che ha assistito i terremotati senza speranza, confortandoli, aiutandoli ad avere una casa. Un prete che piaceva a Francesco.
In questo grigio presente la vergogna è sparita. L’autore europeo che ce la insegna è il praghese Kafka. Nel suo romanzo “Il processo” la trama centrale è quella del condannato che viene ucciso dai due sicari che lo perseguitano. Siamo negli anni venti quando la Germania passerà dalla repubblica di Weimar a Hitler.La vergogna di questo delitto serpeggia in tutto il romanzo. Qualche eco arriva ai nostri giorni quando un magistrato afferma che oggi si ruba non per il partito ma per se stessi senza vergognarsi. Così come non ci si vergogna per i campi di sterminio denunciati al processo di Norimberga, così come non ci si vergognò a sganciare la bomba atomica su Hiroschima. La vergogna ci rende umani e appartiene agli umani. Kafka la coscienza del novecento, la sperimenta su se stesso fino a divenire uno scarafaggio.
I grandi della terra conoscono questo sentimento?
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