Pd, Bellandi: la conferenza programmatica per discutere sulla città
29 Agosto 2017
Livorno, 29 agosto. Federico Bellandi, segretario dell’Unione Comunale, ha replicato con una lettera inviata agli iscritti, dopo la richiesta di effettuare il congresso anticipato per affrontare i problemi della città, contenuta in un documento firmato da una cinquantina di esponenti dell’assemblea comunale del partito. Ecco il testo: “Di fronte a quello che sta accadendo all’interno della comunità del PD sento di dovere una spiegazione a tutti voi iscritti ed elettori la cui passione ed entusiasmo mi ha dato la forza di proseguire in questi anni anche nei momenti più difficili, anche quando la città sembrava addormentata di fronte al mal governo 5 Stelle, anche quando la situazione del nostro partito sembrava irrecuperabilmente compromessa come all’inizio del mio mandato. Alcuni dirigenti del PD sostengono che l’anticipazione del congresso comunale di Livorno sarebbe condizione necessaria, anche se non sufficiente, per vincere di nuovo in città nel 2019, se fossi convinto della veridicità di questa affermazione non esiterei un secondo nel rassegnare le mie dimissioni da Segretario per permettere l’indizione del congresso straordinario. Ritengo però al contrario, che l’equazione congresso uguale vittoria alle prossime amministrative, non solo sia del tutto priva di fondamento, ma che anzi il congresso in questa fase non farebbe che indebolire l’azione del PD in città. I congressi sono momenti di confronto interno che poco o niente interessano ai cittadini, soprattutto quando sono aperti ai soli iscritti come in questo caso; inoltre negli ultimi anni, tanto a livello locale quanto a livello nazionale, non hanno mai prodotto alcun avanzamento in termini di unità del partito, ma al contrario sono stati immancabilmente latori di polemiche e tensioni che si sono trascinate per mesi. Per averne conferma basta rileggere le cronache cittadine relative all’ultimo congresso territoriale o a quello comunale oppure verificare come dopo la conferma di Renzi alla Segreteria nazionale non ci sia stata alcuna accettazione dell’esito congressuale da parte della minoranza ma una continua e costante guerriglia interna. A fronte di tali precedenti, come si fa a sostenere che il congresso anticipato scioglierebbe di un colpo tutti i nostri conflitti interni e ci permetterebbe di affrontare meglio le prossime amministrative? L’idea che fare un Congresso prima delle elezioni comunali sia ineludibile se si vuol vincere di nuovo, si basa evidentemente su un non detto che, come troppo spesso accade nelle modalità della vecchia politica, è la vera essenza della questione: si vuole rimuovere l’attuale dirigenza perché sulla base di motivazioni che non è dato conoscere, la si considera non in grado di traghettarci alle prossime amministrative. È singolare che oggi ad insegnarci come si fa a vincere siano una lunga schiera di dirigenti PD che hanno segnato con la loro azione politica la bruciante sconfitta del 2014. Durante la mia segreteria abbiamo affrontato con l’aiuto dei compagni dell’esecutivo questioni interne che erano sospese da anni come la riorganizzazione dei circoli e la sottoscrizione dei relativi contratti di affitto, ma abbiamo soprattutto cercato di riallacciare un rapporto con la città, lo abbiamo fatto partecipando quotidianamente al dibattito politico cittadino, relazionandoci con i corpi intermedi, indicendo numerose assemblee con i cittadini sui temi al centro dell’attenzione pubblica, coadiuvando e organizzando petizioni popolari, relazionandoci con il nostro capogruppo in consiglio per favorire la nostra capacità di opposizione. Nonostante le difficoltà economiche che hanno visto ridursi ad un quarto rispetto al 2013 il nostro bilancio, abbiamo affrontato una campagna elettorale regionale, due referendum di cui uno costituzionale ed un congresso nazionale, ma soprattutto siamo riusciti a riportare la nostra Festa alla Rotonda di Ardenza rendendola di nuovo un luogo di incontro classico per la cittadinanza livornese. Avremmo potuto fare di più? Certamente, ma quanto realizzato non ci sembra trascurabile. Nei prossimi due anni rischiamo di dover affrontare tre diverse consultazioni che necessiteranno del contributo e delle energie di tutti; occorrerà coesione e concretezza, per questo davanti alla richiesta di congresso straordinario rispondiamo: c’è una conferenza programmatica già indetta, nella quale avremo modo di parlare di Livorno e delle sue esigenze e potremo confrontarci con altre forze politiche per cercare convergenze sui nostri obiettivi. Quella sarà la sede in cui elaborare le nostre proposte per convincere i cittadini che siamo cambiati e abbiamo capito la lezione che ci hanno impartito nel 2014. Se sceglieremo, al contrario, di chiuderci in noi stessi dando sfogo alle nostre acrimonie, non faremo altro che prepararci ancora una volta a consegnare le chiavi della città a qualcun’altro che utilizzerà le sue forze per parlare con i cittadini e non per cercare di guadagnare ad ogni costo le leve del potere, stavolta inteso, come direbbe il nostro Segretario, come sostantivo e non come predicato”. Nella foto: a sinistra Lorenzo Bacci, segretario Pd territoriale, con Federico Bellandi.
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