Piombino: tutti in attesa che riprenda la produzione dell’acciaio
1 Dicembre 2017
(Massimo Masiero) Piombino, 1 dicembre. Un sospiro di sollievo per i duemila ex-lavoratori dello stabilimento Aferpi, che sperano di rimettere piede negli “alti forni” ristrutturati e qualche spiraglio in più per quelli dell’indotto con la proroga degli ammortizzatori sociali fino al dicembre 2018? E’ anche un futuro meno incerto per la città, il territorio della valdi Cornia, la provincia. E’ allora il regalo sotto l’albero in arrivo per Natale quello di Jssad Rebrab? L’imprenditore algerino si è ormai reso conto che la strada del rilancio è sempre più difficile. Ragione per cui, scrive in una nota l’amministratore delegato Said Benikene, è stata presa in considerazione l’ipotesi di cedere le acciaierie di Piombino, “nonostante” si continui a credere nel progetto e nei nuovi partner, ma pur consapevole di non poter procedere senza il supporto del Governo, che “chiaramente” ormai è venuto a mancare dopo l’affondo del ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda: “Gli ho dato tutte le possibilità per dimostrare che c’erano gli investimenti, ma non l’ha mai fatto e così siamo passati ad una fase legale che spero si concluda con la ragionevolezza”. Nelle ultime parole, c’è l’àncora di salvataggio per uscire dall’impasse in cui sembra essere finito l’imprenditore, che Calenda ha invitato “a cedere su una cosa che non sa fare e che non ha i soldi per fare”. Una ipotesi che nelle scorse settimane era circolata in ambienti economici nazionali, anche se tutto da provare. L’ad di Aferpi comunque informa nel comunicato che ha già “indicato una cifra corrispondente a quanto attestato da una perizia effettuata da una primaria società lo scorso anno, quando il mercato dell’acciaio era in una fase di congiuntura ancora negativa e si tratta di una cifra ben al di sotto del “doppio del capitale da noi investito”, come fatto circolare in queste ore”. E conclude: “Ci chiediamo come mai ci sia suggerito di svendere gli impianti di Piombino a beneficio di un altro acquirente, piuttosto che, per esempio, chiederci di reinvestire in Italia, in accordo con il ministero, una parte del totale eventualmente ricavato dalla vendita”. Possibilità quindi di riallacciare una trattativa per giungere alla soluzione con soddisfazione reciproca tra le parti evitando il contenzioso legale. Aferpi-Cevital alla ricerca di una soluzione per non uscire dall’intera vicenda con le ossa economicamente rotte. Intanto Jindal e British Steel sono dietro l’angolo. E a Piombino si attende che sotto l’albero di Natale vi sia il “dono” della riapertura dei cancelli nel 2018.
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