Taglio dei pini a Stagno, la Sinistra bacchetta il Comune di Collesalvetti: “I cittadini andavano coinvolti”
4 Settembre 2019
Collesalvetti, 4 settembre 2019 – “Crediamo che se fosse stata confermata dall’inizio l’effettiva pericolosità delle piante, nulla si sarebbe potuto obiettare circa il taglio per motivi di sicurezza pubblica. Lo abbiamo sostenuto fin dall’inizio non cercando strumentalizzazioni, e lo davamo per scontato presupponendo sempre che il Comune e in questo caso l’ufficio tecnico avesse realmente una perizia che ne certificasse l’imminente caduta. Crediamo che la popolazione dovesse essere sufficientemente informata sul tipo di operazione che si intendeva fare, per valutare il tipo di intervento più adeguato. Anche la riqualificazione di aree pubbliche deve prevedere momenti di discussione partecipata che coinvolga i cittadini nelle scelte progettuali e gestionali, visto che tali aree rappresentano un bene di interesse collettivo”.
Lo afferma, attraverso una nota stampa, il gruppo civico Sinistra di Collesalvetti, che interviene dunque sul taglio dei pini a Stagno e sulla connessa situazione ambientale, chiamando in causa il Comune di Collesalvetti.
Il comunicato prosegue: “Per questo in campagna elettorale nell’incontro per parlare della frazione volevamo discutere anche di questo progetto, ma popolazione ha disertato. La legge 104/2013 in materia di verde pubblico specifica il ruolo fondamentale degli spazi verdi non solo dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista socio culturale. Dall’assemblea pubblica del 25 luglio che ha costretto il Comune ad interrompere i lavori di abbattimento, era apparso evidente la mancanza di una certificazione. Secondo le conclusioni della perizia datata 19 agosto 2019, venti delle ventisette piante pur offrendo modesti servizi ecosistemici in termini di miglioramento di qualità di aria, condizioni climatiche e miglioramenti del paesaggio, ma rappresentando pur sempre un elemento di ricchezza ambientale e naturalistica e di qualità della vita psicofisica delle persone, potevano restare al loro posto in quanto i rischi di propensione al cedimento non erano estremi. Quanti degli alberi già abbattuti erano veramente pericolosi? Nella gestione del patrimonio arboreo le decisioni relative alle misure da adottarsi devono soddisfare le ragionevoli aspettative sia in termini di sicurezza che di mantenimento e potenziamento dei benefici e proprio un concetto di ragionevolezza avrebbe dovuto guidare il processo decisionale tenendo conto di tutti gli elementi in gioco: pubblica incolumità, godimento dei benefici, funzionalità delle alberature rispetto ad interessi della popolazione che però non si è voluto ascoltare”.
“Il Comune”, prosegue la Sinistra di Collesalvetti, “ha gestito l’operazione con estrema superficialità e scarsa sensibilità su un bene collettivo senza il coinvolgimento attivo della cittadinanza, elemento che contribuisce invece ad avvicinare il cittadino ai temi ambientali e al decoro urbano, aumentando il senso di appartenenza”.
E ancora: “In mancanza di una perizia che certificasse la reale propensione al cedimento il sindaco è stato costretto ad interrompere i lavori motivandone la scelta come presa di atto della reazione e delle richieste dei cittadini sensibili alla situazione ambientale di Stagno, a Suo dire critica per la presenza della raffineria Eni e altri impianti. Speriamo che le stesse considerazioni siano fatte valere con forza anche per altre questioni sulle quali il Comune di Collesalvetti dovrà decidere a breve. Viene spontaneo domandarsi viste le conclusioni della perizia fatta tardivamente, se fosse realmente necessario procedere al taglio indistinto di tutte le piante e se non fosse stato più corretto prima coinvolgere la popolazione in nome di quella trasparenza, di quella partecipazione più volte richiamata, e dello slogan più volte sentito in campagna elettorale che ‘il cambiamento si fa con le persone’. In assenza di situazioni pregiudizievoli alla sicurezza dei cittadini si poteva intervenire su alberi ancora vivi e la cui manutenzione da parte del Comune è venuta a mancare nell’arco di tutti questi anni. Non si dovrebbe gestire il patrimonio pubblico con azioni emergenziali e improvvisate, bensì attivare analisi, piani e regolamenti con approcci sostenibili e partecipati”.
“Per come è stato gestita l’operazione, era doveroso che al comitato fosse concesso di fare
le proprie controdeduzioni permettendo lo svolgimento delle prove di trazione come
richiesto. Su ogni spazio pubblico il Comune agirà nello stesso modo? Bisogna realmente
chiedersi cosa intenda l’amministrazione per partecipazione dei cittadini e soprattutto quale sia la sensibilità verso le tematiche ambientali che dovranno guidarla in scelte importanti da fare nel rispetto della salute dei cittadini”, conclude il comunicato stampa. “Ci auguriamo alla luce di quanto accaduto che anche il cittadino sviluppi sempre più quel senso di appartenenza che lo renda partecipe attivo nei processi decisionali e di cui un’amministrazione consapevole non può farne a meno”
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